REMO DI LEONARDO.
Oggi si celebra San Donato uno dei Santi più amati d’Abruzzo.
San Donato visse più di sedici secoli fa, e fu il secondo Vescovo di Arezzo. Per la città fondata dagli etruschi e fiorita nei tempi romani, il Vescovo Donato fu davvero un dono del Cielo, perché la sua opera apostolica riuscì a trarre finalmente la città dalla superstizione pagana e condurla alla fede di Cristo.
Le leggende ricordano molti miracoli compiuti da San Donato per il trionfo della fede e a gloria del nome del Signore. Fra questi il più noto è quello del calice, riferito da San ' Gregorio Magno.
Mentre il Vescovo distribuiva la Comunione ai fedeli, alcuni pagani, entrati in chiesa per spregio, con uno spintone lo fecero cadere dai gradini dell'altare, così che un prezioso calice sacro che aveva in mano, andò in pezzi. Grande fu la costernazione dei cristiani di Arezzo, ma le preghiere del Vescovo Donato fecero sì che il calice infranto tornò a ricomporsi, e il miracolo confuse ed umiliò nella loro ridicola vendetta gli idolatri della città, molti dei quali si convertirono.
Pare, ma non è certo, che al tempo di Giuliano, l'Imperatore Apostata, i pagani si prendessero sul Santo Vescovo una sanguinosa rivincita, mandandolo a morte, nel 362, insieme con l'eremita Ilarione. Essi avrebbero così aggiunto alle sue molte glorie anche quella della corona di Martire.
MAL CADUCO. (Male de sande Dunate).
Agli inizi del Novecento nel centro meridione e soprattutto in Abruzzo, Puglia, Molise e Basilicata, l’epilessia veniva indicata come il “male di San Donato”.
L’origine della devozione verso San Donato come protettore contro l’epilessia non è ben chiara, ma potrebbe risalire alle guarigioni che costui avrebbe praticato a beneficio di alcuni indemoniati, tra cui la figlia dell’imperatore Teodosio (347-395), come narrato nella Legenda Aurea (una raccolta di biografie agiografiche di origine medioevale, scritta in latino da Jacopo da Varazze).
Il patrocinio di S. Donato potrebbe derivare anche dal fatto che, essendo stato decapitato, San Donato veniva invocato come patrono e protettore di tutti coloro che erano colpiti da malattie della testa. Infine, secondo una leggenda di ispirazione ecclesiastica, lo stesso San Donato avrebbe sofferto di epilessia.
Contro lu Male de sande Dunate in vi era l’usanza di appendere al collo dei bambini delle piccole chiavi di bronzo (le “chiavi di San Donato”).
Quando una persona veniva colta da una crisi convulsiva, i presenti si affrettavano a porre nelle sue mani una “chiave mascolina”, cioè con il cannello ripieno, ritenendo che questo potesse far cessare le convulsioni.
Negli strizzoni epilettici si metteva in bocca al malato una chiave affinché non si tranci la lingua coi denti.
In alcune raffigurazioni, San Donato tiene in mano una mezza luna (“luna di San Donato”), un amuleto su cui potevano essere incise formule cristiane come protezione contro l’epilessia, malattia che alcune tradizioni popolari associavano alle fasi lunari.
L’epilessia era chiamata anche “mal di luna”. Inoltre, in alcune località esisteva un preciso e complesso rituale per implorare al Santo la guarigione dall’epilessia. I familiari del malato percorrevano la strada verso la chiesa recitando litanie. La madre, invece, compiva parte del tragitto in ginocchio, strisciando la lingua sul pavimento fino a giungere davanti alla statua del santo al quale chiedeva la guarigione.
La natura magico-religiosa di questo rito è particolarmente degna di nota: le crisi presentate dai pazienti cercavano infatti di soddisfare la visione tradizionale del “male di San Donato”. Esse seguivano spesso una sorta di cerimoniale piuttosto stereotipato: dopo essere caduto repentinamente al suolo, il malato rimaneva per un attimo immobile, con gli occhi chiusi, assumendo la posizione supina con le braccia allargate perpendicolari al corpo; seguivano quindi convulsioni violente, obnubilamento della coscienza e presunte visioni del santo, ed altri fenomeni come la chiaroveggenza.
Il 7 agosto (festività liturgica di San Donato) si svolgeva invece il rito della “pesatura”: il malato veniva posto sul piatto di una grande bilancia, mentre sull’altro venivano collocati vari prodotti di peso corrispondente, che poi venivano donati alla chiesa.
L’inadempienza degli obblighi rituali verso San Donato veniva inoltre considerata una causa di epilessia, derivante dalla vendetta del santo per l’offesa ricevuta.
Infine, in alcuni paesi per curare il “male di San Donato” vi era l’abitudine di far portare al malato un frammento d’osso di cranio di individui che in vita erano stati affetti da epilessia.
In Abruzzo in molti paesi si festeggia San Donato. Nell’area vestina e nelle zone limitrofe ricordiamo: Cepagatti, Roccamorice, San Donato a Pescara Castiglione Messer Raimondo, San Valentino In Abruzzo Citeriore, Castel del Monte.
Oggi festeggiano l’onomastico tutti quelli che portano il suo nome, ma anche quelli derivati come Donatella e Donatello. Auguri ai nostri lettori.
Bibliografia:
Emiliano Giancristofaro, II male sacro in Abruzzo: appunti per una ndagine socio-culturale sull’epilessia nella tradizione popolare abruzzese, “La rivista abruzzese”, XX, n. 4, 1967, pp. 245-258.
Mariano Cipriani, Contributo allo studio dei vecchi appellativi agiografici del Mal Caduco, Rivista di storia della medicina, a. X, n. 1, (1966), p. 96.
Gennaro FINAMORE. Tradizioni popolari abruzzesi - Adelmo Polla Editore. Ristampa anastatica- 1986 cerchio (Aq)
SITOGRAFIA
https://mattiolihealth.com/wp-content/uploads/2021/04/09-Brigo.pdf
Il culto dei Santi ausiliatori degli epilettici in Italia: una panoramica geografica, linguistica, storica ed antropologica.