REMO DI LEONARDO
Domenica 1 ottobre si è svolta a Cavaticchi, una contrada di Spoltore, la Festa Patronale in onore di ‘San Giacomo e della Madonna del Rosario’. In questa luogo, posto tra colline ricche di uliveti e vigneti, sorge la chiesa dedicata al Santo Patrono risalente, presumibilmente, al 1658 come dimostra una pietra posta all’interno della chiesa.
Una lapide, sulla facciata del lato destro della chiesa, ci ricorda il restauro, grazie al contributo della provincia di Pescara, e la inaugurazione avvenuta nel 2004 da parte di Mons. Metropolita G. Francesco Cuccarese di Pescara-Penne quando parroco era il pianellese Don Cleto Panaccio recentemente scomparso.
La notizia potrebbe terminare qui se non fosse, che proprio agli inizi degli anni ‘80 da questo luogo non solo iniziò il mio percorso di appassionato “bandista” con l’Ass. Musicanti Pianellesi, ma anche di provetto poeta dialettale, infatti, è proprio di quel periodo la mia prima poesia scritta in vernacolo pianellese, dal titolo la “Prucessijone de San Giacume” presentata poco tempo dopo, nel 1982, al 1° concorso di Poesia in Dialetto Abruzzese a cura del Comitato Feste Patronali di Pianella.
Ricordo che la Giuria era composta da personalità di grande prestigio come: Giuseppe Porto (Presidente della giuria) Edvige Cinquino, (scrittrice) (Walter Cianciusi (poeta), Alfiero Filippone (sindaco) Antonio d’Urbano, (poeta e pittore) P. Vincenzo Tarabborelli (parroco) Giuseppe Antonelli (poeta) Vittorio Morelli (storico e letterato).
I poeti premiati furono in ordine di classificazione: Cosimo Savastano, Giovanni Spitilli, Michele Ursini, Aldo Aimola, Vincenzo de Luca, Luciano Flamminio, Giulio Marino, Bruno Terrenzio, Pancrazio Massi, Attilio Micozzi. Mentre la poesia da me presentata al concorso, fu segnala dalla Giuria, ma per me aver concorso con poeti di quel calibro fu una vera vittoria. Insomma un mezzo miracolo di ‘San Giacomo”.
P.S. Oggi, in appendice a questo breve articolo, mi sarebbe piaciuto pubblicare quella poesia, purtroppo non ne conservo più una copia, molto probabilmente persa durante qualche trasloco.