SANTA MARIA DEL MONTE A BOLOGNANO

ANTONIO MEZZANOTTE.

La chiesetta che affianca il Centro di Riabilitazione della Fondazione Paolo VI a Bolognano (PE) è dedicata a Santa Maria del Monte. Si tratta di un edificio già citato come dipendenza dell’Abbazia casauriense nel 1301, poi annessa ad un piccolo convento francescano.

Si dice e si racconta che la Beata Vergine apparve su una quercia, prima a una donna e poi a un bimbo sordomuto, da Lei prodigiosamente guarito, al quale diede l’incarico di invitare il Parroco di Bolognano a rimuovere un Quadro che la rappresentava dalla Contrada Fara (presso Piano d’Orta) per trasportarlo solennemente in paese.

Il Parroco dapprima non credette al racconto della contadina, ma poi si arrese dinanzi all’invito del bambino miracolato e, accompagnato da una folla di devoti, si recò nel luogo della visione per eseguire la volontà della Vergine. Accadde, però, che la notizia del miracolo si era sparsa per i paesi circostanti e tutte le genti dei dintorni accorsero e protestarono per la pretesa degli abitanti di Bolognano, giacché ognuna di esse (sorda o dimentica del volere della Madonna) avrebbe voluto portare il Quadro nel proprio paese.

Si dice che tra coloro che protestavano in maniera più vigorosa vi furono quelli di Tocco da Casauria. Allora, com’era accaduto in tante altre vicende analoghe, ci si rimise alla volontà di Dio: il Quadro venne posto su un carro trainato da buoi, lasciati senza guida, e si convenne di collocare il Quadro nel luogo in cui gli animali si sarebbero fermati. I buoi, pertanto, dalla Contrada Fara salirono verso Bolognano e, giunti al bivio, deviarono per la strada che conduce all’attuale Santuario, sulla cui spianata spontaneamente si fermarono.

Fu Francesco Verlengia nel 1936 a dare per primo una descrizione del dipinto. Trattasi di tavola a tempera, inserita in un’edicola lignea intagliata e dorata, con timpano spezzato per accogliere una croce polilobata. Essa raffigura Maria con in braccio il piccolo Gesù, che si attacca al seno che gli offre la madre. I colori sono brillanti e la composizione dell’opera rinvia ad esempi trecenteschi, riproposti però in un’epoca successiva: infatti, in basso è riportata la data 1542. Si pensa che questo dipinto sia stato realizzato proprio sopra il precedente quadro oggetto del racconto popolare, evidentemente più risalente.

Opera della fede, dell’arte e dell’articolata storia di questi luoghi, il santuario della Madonna del Monte resta ancora oggi punto di richiamo delle genti che con la loro operosità ravvivano le sorti delle terre poste tra la Pescara e l’Orta.

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