San Giovanni a Rosciano (Pe)

ANTONIO MEZZANOTTE

Il San Giovanni Battista di Rosciano (PE) compie 247 anni (cliccare sulla foto per vederlo a figura intera). Quando fu realizzato il dipinto, Nicola Felice Bonaventura Ranieri da Guardiagrele, probabile autore della tela, aveva 25 anni, in pratica era poco più di un giovane esordiente e di certo ricevette la commissione perché si accontentò di un modico compenso, non essendo ancora diventato quello che poi sarà uno dei più noti e longevi artisti abruzzesi (visse fino a 101 anni ed è ricordato, tra altro, per essere stato il fondatore della scuola pittorica guardiese).

La data 1774 riportata in un angolo dell'opera è la stessa che troviamo sulla facciata esterna della chiesa parrocchiale che la custodisce ed è anche l'anno che vide la riconsegna dei lavori per la nuova chiesa all'Università (cioè al Comune), e questa circostanza fu il pretesto per uno scontro clamoroso tra il potere baronale e quello civico. Rosciano è quel paesello che si vede arroccato su un colle sul lato sinistro della tela (rispetto a chi guarda), il resto del paesaggio potrebbe essere la vallata del fiume Pescara, sullo sfondo la Majella, ovvero la falesia di Turrivalignani.

Al centro dell'insieme lui, San Giovanni Battista, in piedi, vestito con un panno di lana grezza ed avvolto da un ampio drappo color rosso vivo (a mio avviso modellato su quello della tela dell'Annunziata, del 1740, presente nella medesima chiesa). Il rosso acceso allude al martirio e la stessa posizione del capo, leggermente reclinato ed illuminato da un raggio di luce proveniente dall'alto, ne marca il contorno e di certo l'Autore fa riferimento alla decapitazione del Santo.San Giuvanne non perdona, questo ciascuno lo sa.

Attenzione ai prossimi giorni, se il Santo si sveglia appurando che la sua festa è passata e che nessuno lo ha avvisato per tempo si vendicherà a grandinate (e, come diceva mia nonna, in quel caso "manghe Santa Eurosia ce la ppò", alludendo al fatto che nemmeno la Signora delle tempeste e odierna patrona del paese può far cessare una grandinata giovannea). Fu il primo patrono di Rosciano ed era venerato nella scomparsa chiesa longobarda di San Giovanni alla Pescara, e lo è ancora della frazione Villa San Giovanni (la locale chiesa è una delle più antiche dell'area vestina, a seconda delle epoche denominata San Giovanni in Balneo, San Giovanni Gerosolimitano, San Giovanni dei pagliai).

Si dice e si racconta che a Villa Oliveti, altra frazione di Rosciano, dalle parti di contrada San Michele all'alba di oggi si compiva un rito purificatorio e terapeutico, giacché si riteneva che le acque del fiume Nora dalla mezzanotte al sorgere del sole acquisissero proprietà magiche e curative. Secondo il racconto popolare, dapprima i pellegrini si fermavano presso la Fonte di San Michele e lì, al chiarore dei falò, veniva celebrata la Santa Messa (probabilmente un richiamo a qualche rito celebrato nell'antica chiesa tratturale di San Michele, di fondazione benedettina e della quale oggi non restano tracce, ma è agevole ipotizzare una presenza cultuale più risalente), poi, in processione, si recavano al fiume per bagnarsi, in attesa dell'alba: il tutto, però, doveva concludersi entro il sorgere del sole, poiché la luce del giorno avrebbe privato l'acqua dei poteri. Il rituale del San Giovanni a Villa Oliveti, stando alle fonti orali ed all'evidenza dei riscontri anagrafici, si è svolto almeno fino agli ultimi decenni del XIX sec. 

Auguri a coloro i quali, portando il nome del gran Santo Precursore di Cristo, oggi festeggiano l'onomastico! 

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