PICCOLA STORIA. Aveva ragione Zopito DE FELICI.

ELSO SIMONE SERPENTINI.

I suoi figli VINCENZO, LEONE E SILVESTRO nella loro permanenza a Napoli hanno davvero speso tanto, troppo, e secondo lui per interessi “voluttuari”.

Così mentre lui fa istanza al re per vedersi riconosciuto il diritto di tagliare loro i fondi, per evitare di mettere sul lastrico l'intero patrimonio famigliare a scapito degli altri figli e delle figlie femmine nubili, VINCENZO è costretto a farsi pestare del denaro e a chiedere un avallo ad un parente, appartenente al ramo collaterale del casato, Nicola De Felici, Barone di Poggiorangone, figlio di Gesualdo e di Delfina De Matteis, che davanti al notaio Luca De Deo di Pianella si impegna a restituire lui e con gli interessi il denaro prestato a Vincenzo da Agnesa di Berardino di Napoli, con l’impegno a restituirlo con gli interessi se i tre fratelli Vincenzo, Leone e Silvestro non pagheranno le rate annuali del debito.

Vincenzo riceve 500 ducati dal 1° aprile 1779 che gli servono per rimettere i debiti contratti da suo fratello Leone, regia guardia, e dall’altro suo fratello Silvestro, brigadiere del regio battaglione, oltre che per i suoi bisogni particolari. L’interesse è del 5% e il 30 marzo 1780 dovrà pagare 25 ducati e poi seguitare a pagare di anno in anno fino alla completa restituzione della somma e degli interessi. L'atto porta la data del 15 aprile 1779.

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