Pianella. "Borgo Santa Lucia tra cenni storici e documentazione fotografica"

REMO DI LEONARDO.

Si è svolto lo scorso giugno a Pianella, grazie alla costituenda Associazione Culturale “Borgo di Santa Lucia”, la Festa in onore delle Anime Sante. Purtroppo, per problemi non “superabili”, come hanno tenuto a precisare gli organizzatori Luciano Chichiriccò e Mario Di Felice, in questa edizione non è stato possibile realizzare l’aspetto ludico della manifestazione e la solenne processione tanto sentita da tutta la comunità. Il programma religioso si è svolto nei giorni giovedì 23, venerdì 24, Sabato 25 giugno, alle ore 21,00, con il Triduo di Preghiere Anima Sante e Domenica 26 giugno alle ore 10,30 con la Santa Messa celebrata da P. Antonio De Meis (con la benedizione del pane).  Subito dopo, alle ore 11, 30 si è svolto il convegno "Borgo Santa Lucia tra cenni storici e documentazione fotografica”, a cura dello scrivente.

All’evento hanno assistito Maurizio de Felici, marchese di Casale in Contrada, proprietario della storica Chiesetta di S. Lucia e Cappella di famiglia, la consorte Tatiana Maria Elena Spinelli; l’Assessore alla Cultura del comune di Pianella Sabrina Di Clemente, il consigliere comunale Gianni Filippone, lo storico e letterato Vittorio Morelli, numerosi cittadini che con attenzione e partecipazione hanno seguito i lavori. I promotori dell’evento hanno altresì rivolto un particolare ringraziamento al Gruppo di Preghiera, instancabili e preziose collaboratrici, a Franco Spacca e Gianni Filippone per il supporto tecnico.

CENNI STORICI DI BORGO SANTA LUCIA E LA SUA CHIESA

Il Borgo di S. Lucia di Pianella, Sanda Luceje in dialetto locale, è un quartiere del comune di Pianella di circa 900 abitanti. I residenti nel dialetto pianellese venivano chiamati i cellarotti (le Cellaruotte) mentre gli stessi chiamavano i pianellesi del centro abitato le Tijillire (da Tijelle traduzione dialettale di tegame). Tra il XV –XVI secolo Pianella urbana e l’agro erano divisi in contrade. Tra le contrade delle aree demiche fuori dal borgo vi era Borgo S. Lucia. Secondo la storiografia locale, la chiesetta dedicata a Santa Lucia nella contrada venne costruita sul suolo olivetato del Santissimo Sacramento, venduto da Giovanbattista Pignatari e Isabella Matani il 16 aprile 1659 a Giovanni Brancadoro e passato poi alla famiglia de Felici. Sappiamo attraverso il Catasto Onciario di Pianella del 1685 che in contrada S. Lucia, davanti la Chiesa, Marì’ Antonio Verrotti, Domenico Antonio Fratini, il canonico di D. Falasio Panfilo avevano dei possedimenti. Nel 1692 a Pianella nell’elenco dei “Beni Stabili” s’affittava un oliveto chiamato S. Lucia per 40 ducati “annui”.

Si racconta che un contadino di Pianella, in occasione della ricorrenza del Corpus Domini, mentre si recava al paese, fu avvicinato da un pellegrino che lo pregò di dire all’Abate di aver avuto un'apparizione di molte anime di cittadini pianellesi che aspettavano suffragi e chiedevano, per la purificazione del Purgatorio, la Comunione Eucaristica e che, per ottenere ciò, era necessario stabilire una giornata di preghiere.  La Festa fu organizzata per la prima volta nel1666, venne portata avanti dai deputati della Festa dal XVII al XX secolo. Ancora oggi a ricordo di questo evento, davanti la casa di Antonio Lanterni (Lambejone) e la chiesetta di Santa Lucia, su una pietra rotonda, una croce con una targa scritta dalla pittrice Mira Cancelli ricorda la data della festa del 1666.

LA PROCESSIONE - La processione era molto seguita e sentita dalla popolazione, soprattutto quella rurale, la più sensibile all’andamento del raccolto, perché grazie alla intercessione delle Anime Sante il Santissimo avrebbe preservato Pianella dalle tempeste, dai fulmini, dalla grandine, che altrimenti avrebbero devastato le campagne, dalle cui risorse dipendeva la vita e l’economia del paese. Nella processione, che partiva dalla chiesetta per recarsi al paese e poi far ritorno a Borgo S. Lucia, sfilavano una volta le campagnole che portavano in mano serti di spighe sulla testa, poggiate sul cercine, conche di rame colme di grano, panelle di farina bianca da dare ai poveri e fiare di pane di farina di granturco e di frumento, di farina bianca o di tritello. E poi i bambini con l’abito della prima comunione: i maschietti in costume “adultino”, pantaloncini corti, giacchetta, fiocchetto bianco con nocca e bandoliera (una specie di stola bianca con la frangia finale spillata sulla manica della giacchettina; le bambine come piccole spose, candide con il velo sulla testa retto da una coroncina di fiori. La processione veniva aperta dai suonatori, seguiti dal sacrestano, in giacca bianca pantaloni neri e una paglietta in testa, poi i comunicati, i confratelli della Madonna del Rosario in S. Domenico con mozzetta nera, cappuccio e tunica bianca con emblema una testa di morto, quelli della Cappella della Misericordia (con cappa nera e la buffa calata sul viso), i Penitenti di S. Maria la Grande (con cappuccio a sacco fino alle spalle), i confratelli del Monte dei Morti e del Purgatorio in S. Antonio (con mantellina viola e tunica bianca), quelli del Monte di Pietà e dell’ Addolorata in S. Antonio (con camice e rocchetto), i canonici regolari, i chierici, i parroci di SS. Salvatore e di S. Leonardo e infine i fedeli. Si vendeva porchetta, pesce, focacce e dolci, farine, cereali, verdure e carne insieme a fave, ceci, lupini, carrube (sciuscelle) mentre ferrai, vasari e calzolai vendevano utensili di ferro, di terracotta e scarpe. Non mancavano mercanti di olio, vino, pelli e grano e la presenza di zingari, indovini etc. Le massaie si sedevano davanti casa per macinare il pepe con dei mortai (mertale) di legno; l’odore del pepe con cui condivano le pietanze, pollo e coniglio con patate al forno, si spandeva per tutta S. Lucia. L’inizio della festa cominciava con i fuochi pirotecnici del mattino preparati da Vincenzo e Gabriele Izzicupo e Mario Pietrolungo, mentre le luminarie erano di Giuseppe Di Pentima (lu Bisinisse). Ancora oggi la tradizione continua con le celebrazioni delle Sante messe che si svolgono nella chiesetta di S Lucia e al termine vengono offerti dei panini benedetti che poi i presenti si divideranno con i familiari.

La processione ha inizio dalla chiesa principale per dirigersi poi verso la zona di S. Lucia, sostando davanti ai diversi altarini addobbati amorevolmente dai devoti. Questa Via Crucis, a cui partecipano tantissime persone, si svolge mentre da balconi e finestre vengono lasciati cadere petali di rose che ricoprono la strada.

Per l’occasione viene vestita la “canocchia” della Santa conservata dalla famiglia Cipriani di cui ne è proprietaria. Nella Cappella sono sepolti i corpi dei Marchesi di Pianella Luigi (16.07.1884 / 23.12.1943) e Gesualdo de Felici (19.01.1924 / 06. 02. 1994) con la moglie Elena Bova, (28.05.1926/15.09.2020). In passato, come dimostrano alcuni documenti, la cappella aveva ospitato anche le spoglie di Gesualdo de Felici (08.06.1853/21-5-1914) e della consorte Silvina Olivieri (29.09.1856/ 09.03.1934) successivamente trasferita nella cappella di famiglia nel cimitero di Chieti. Nella cappella vi è custodito anche l’antico quadro delle Anime Sante del XVII.

La parte religiosa della manifestazione si conclude con la benedizione davanti la chiesa di S. Lucia mentre stands gastronomici e esibizioni di orchestre e comici caratterizzano l’aspetto più frivolo dell’evento.

LUOGHI DI INTERESSE STORICO - Poco dopo Villa De Felici, davanti la casa di Amelia e Raffaele Ferri si trova una grande edicola detta dal popolo pianellese la Cruciotte con all’interno un dipinto del pittore Luigi Novigno dedicata alla Madonna Mater Dolorosa, vicino alla fontana comunale. Un’altra edicola è stata dedicata alla Madonna, in protezione dei motociclisti e del moto club che si trova a sinistra dell’ingresso della Chiesa di S. Lucia, vicino alla fontana comunale. La presenza delle due fontane era di grande importanza per le case non ancora collegate agli acquedotti e servivano ai cittadini del borgo per attingere l'acqua per uso domestico.

Borgo Santa Lucia fu durante il ventennio fascista luogo di partenza delle grade sfilate organizzate dal regime.

CASE E PALAZZI - Nell’attuale Borgo di S. Lucia sono visibili diverse case e palazzi, di interesse architettonico del '900 come: la casa della famiglia Ferri, (li Firrire), (Raffaele, Giuseppe, Gaetano e Assunta); Palazzo D’Annibale del fu Alfonso ed Ermanno (le Giammarene) che nel 1943 divenne sede della banca d’Italia e Prefettura; Palazzo Fraticelli; Villa D’Archivio (oggi Cipollone); Casa Di Leonardo (le Cungarielle), passata poi ad Erminia Maccarone, oggi Pagannone; Villa di Gregorio di Antonio (Sperucce) con ampio giardino.

ECONOMIA - Borgo S. Lucia fondava la propria economia sull’attività artigianale, commerciale e contadina.

Nel 1746 una fornace di vasari di proprietà di Felice Pardi era presente in Contrada delli Ciardini vicino Villa della Tolfa poi Villa De Felici.

Nel 1880 fu fondato da Rocco di Gregorio fu Raffaele un frantoio.  Nel 1913 Scorrano Alfonso acquistò il frantoio della famiglia Cortellini situato a contrada Ponte S. Antonio. Nel 1930 nacque la fornace di laterizi, fondata da Vincenzo Di Gregorio e suo nipote Antonio Di Gregorio, una realtà produttiva che diventò ben presto motore di sviluppo locale con l’impiego di oltre sessanta operai. La chiusura della fornace avvenne tra il 1966 e il 1967. Nella stessa contrada, precedentemente, vi funzionava la piccola fornace a pignone di Ciampoli Giuseppe, (Garebalde).

Verso la fine degli anni ’30, l'antica famiglia di Antonio Di Leonardo (‘Nduniucce Cungarelle) con i figli Tonino, Mario, Ernesto, iniziò un prolifico commercio di animali da riproduzione e macellazione specializzati in ovini e suini. A cavallo degli anni ’50 - ’60, insieme ai cugini Arnaldo e Lelio, figli di Alfonso Di Leonardo (Funzenette), con l’aiuto della famiglia Lepri (Sciarrile), aprirono un importante impianto di macellazione per ovini e suini in contrada Collecchio, diventando un punto di riferimento commerciale in tutta Italia mentre Vincenzo di Leonardo, mio padre, (Mimì de Cungarelle), aprì la prima macelleria moderna con frigorifero industriale elettrico in Piazza Garibaldi.

Nel borgo si sviluppavano le botteghe artigianali della famiglia Ferri con l’attività di fabbri ferrai e di Guerino Granata, mentre Zolferino Provinciali faceva il calzolaio e la moglie Ciriaca la materassaia, Vulcano Silvestro lo stagnaro. In questo periodo Borgo di S. Lucia ebbe un importante sviluppo economico grazie all’attività dei trebbiatori. Proprietari di macchine da trebbia furono: Antonio Provinciali (la Cichette); Silvestro Ferri, figlio di Raffaele (Baffone), Giuseppe Ferri, Luigi Gigante e Vincenzo (Vacareje), Rocco D’Archivio.  Questa attività comprendeva altri mestieri come i meccanici che spesso erano gli stessi paglierini e fuochisti.

Anche l’attività dei frantoiani era presente nel Borgo, si ricordano i frantoi di: Silvestro Ferri (Silvestrucce), Vincenzo Gigante, (Vacareje) Rocco D’Archivio (Mastre Rocche), con il figlio Carmine detto Minucce e Antonio D’Annibale (Giammerene) nel centro storico di Pianella.

Tra le attività artigianali vi erano la falegnameria di Antonio Provinciale (la Cichette) che proseguirà negli anni avvenire grazie ai figli Romeo, Dino e Rinaldo.

Diversi erano anche gli ambulanti tra questi ricordiamo: Guido Di Cecco (lu Lanare) che vendeva gomitoli, maglie e calze di lana; Antonio Appignani (lu Sardellare) che vendeva sarde, tonno; mentre un certo ‘Miliane (Emiliano) vendeva granaglie.

Tra gli imprenditori vi era l’impresa edile di Fioravante Pulcinella (de Custanze).

Un ricordo particolare merita Alfonso Norscia (lu Trasulande), quando con il famoso asino trasportava le verdure fresche di campagna vendute in tutto il quartiere.

Nel 1961 venne fondata, nel territorio del Borgo, da un gruppo di coltivatori titolari di aziende olivicole situate principalmente nel Comune di Pianella, una delle prime cooperative abruzzesi, l’Oleificio Plenilia, primo presidente fu Enrico Scorrano (la Manotte). 

Vicino la chiesetta di S. Lucia, all’inizio di via Ambrosini, dove oggi vi è il fabbricato Di Pentima (lu Bisinisse) c’era l’autorimessa degli autobus le postale della ditta Rossi-Ambrosini. Gli Ambrosini sono stati pilastri del trasporto pubblico pianellese ed abitavano proprio a S. Lucia.

Nel 1970 Tonino Di Leonardo (Cungarelle), nato e vissuto insieme alla sua famiglia nell’antico Borgo, fonda in Via Villa De Felice il primo laboratorio del Salumificio Di Leonardo, uno delle più importanti industrie di trasformazioni di carni suine d’Italia con produzione di salumi e mortadella poi trasferito nel nuovo stabilimento in contrada Colle Ionne.

Nello stesso periodo svolgevano l’attività sartoriale: il maestro sarto Pasquale Minetti, dove si formarono diversi e bravi sarti locali, come Dante di Nicolantonio, Pietro Minetti ecc. mentre Alfonso Masciovecchio (Fressurolle) era specializzato in trapunte.

Nasce in questo periodo anche il primo negozio di elettrodomestici di Pace Vincenzo (Broske), il negozio di generi alimentari di Alma Savini, sorella di Gay e Alfredo (La Valle), lo spaccio di “Lucijette”, Lucia Di Prospero moglie di Antonio Lanterni (Lambejone) successivamente di una officina meccanica, quella di Primo Giampietro (Cicchimbise), specializzata in biciclette e motocicli e della falegnameria di Carlo Di Leonardo, allievo di mastro Gesualdo Durante.

SERVIZI - Negli anni 50 ’60 l’agglomerato urbano ebbe uno sviluppo demografico grazie alla costruzione delle case popolari (lu trenine) e ville private ma anche diversi servizi.

Nel 1959 venne costruita la scuola Avviamento Professionale divenuta poi Scuola Media Statale grazie al Preside prof. Rocco Argentieri.

Negli anni 70’ sorsero diverse attività artigianali e commerciali, tra le più importanti ricordiamo: il Centro Arredamenti Bruno di Pentima, l’Hotel Ristorante Casa Bianca, l’Industria Confezioni Mazzaferro, Del Biondo s.n.c. serramenti e infissi in alluminio di Donato Del Biondo, poi dei figli Ottorino e Sandro; Tarcisio D’Aloisio, costruzioni di scale in alluminio etc.

PERSONAGGI ILLUSTRI  - Nel Borgo di Santa Lucia sono nati e vissuti personaggi illustri come: Luigi D’Annibale, Perito Agrario e docente; Ermanno D’Annibale, Vetrinario, Pasquale Fraticelli, maestro educatore e sua moglie la maestra Maria Solimando; Mira Cancelli Falasca, animatrice culturale e pittrice; Nazzareno (Mimì) Ferri, scienziato Docente Universitario di fama internazionale; Mario Masciovecchio (Fressurolle) insegnante di Lettere e Filosofia; D’Aloisio Liberato, Medico Pediatra; Lino Ferri, manager internazionale nel campo farmaceutico; Nicola Peroni, ginecologo di fama internazionale residente in America; Nazzareno (Mimì) Ferri, docente Universitario ed economista di fama nazionale; Roberto Di Leonardo, ingegnere ed imprenditore; Bruno Viola, insegnate, dirigente scolastico, sindacalista, scrittore, e autore di un libro storico della Pianella del 1944 e del suo Borgo S. Lucia;  Fulvio Viola pittore, amico e collaboratore di Tommaso Cascella, Rinaldo De Micheli (Arcibbì)  maestro e personaggio politico; Dina Lanterni, insegnante; Mario D’Urbano, Dirigente Statale;  Bruno Del Biondo, docente e maestro di Musica;  P. Tiberio Scorrano eletto primo Priore Provinciale della Provincia Italiana unificata; Giuliano Di Nisio insegnante.

PERSONAGGI POPOLARI - Rocco Finocchio (lu Furmecone) sensale e mediatore di matrimoni; Alfonso Norscia (lu Trasulande) contadino che girava con il suo asino vendendo ortaggi,Raffaele Lauducci (Huardejone), stagnino, appassionato giocatore di calcio negli anni ’50, poi allenatore negli anni ’70 e ‘80; Emidio Ricciotti (lu Pelote), factotumdel Comune di Pianella, il Venerdì Santo tamburino nella processione del Cristo Morto; Primo Giampietro (Cicchimbise), meccanico biciclette e motocicli; Rocco Lanterni impiegato comunale; (lu Cambesandare);  Teresa de Furcone, Gina Pierdomenico (la Mabbrusce); Di Pietro e Norina D’Intino genitori di Marcello e Cherubino. E poi un certo lu Zarre, riparatore di pentole e cocci di terracotta; ‘Ndreccialene, artigiano che guarniva i tegami  di coccio con del filo di ferro per proteggerli dalle alte temperature; Vincenzo D’Ambrosio (Ballarene), famoso cacciatore e pescatore, nonché paglierino, potature di piante ed esperto innestatore; Antonio Lanterni, (Lambejone) autista del servizio di linea degli autobus della ditta Ambrosini; Zolferino Provinciali, calzolaio; Marcello D’Ambrosio, impiegato scrivano; Finocchio Luigi (Ciufille), impiegato statale e uomo politico;  Camillo lu Terrocene; Antonio Di Leonardo (Salone detto Baks), contadino; Mariannina Di Domenico, domestica e la mamma za’ Loreta; Ferdinando Fidanza (Cacaciorve); Pasquale D’Aloisio (Trengione), maestro muratore; Di Leonardo Alfonso (Funzenette de Cungarelle), allevatore e commerciante di ovini; Aternino Chiavaroli, imprenditore agricolo; D’Aloisio Antonio, il campanaro della chiesetta di S. Lucia ed altri.

Il resto è storia dei nostri giorni. Forse ai lettori più giovani i nomi sopracitati possono sembrare un semplice elenco di nomi comuni, ma in realtà, come succede per altri   piccoli comuni d’Italia essi rappresentano, nel loro contesto territoriale, la storia di una comunità.

Tanto ancora ci sarebbe da scrivere ma ragioni di spazio mi obbligano a fermarmi. Umilmente chiedo scusa se ho dimenticato di citare in questa occasione fatti e personaggi che appartengono alla storia di Borgo S. Lucia. Sperando di poter completare in futuro la ricerca vi ringrazio di cuore per aver condiviso con me queste pagine di “storia patria”.

Pianella. "Borgo Santa Lucia tra cenni storici e iconografia"

BIBLIOGRAFIA

VITTORIO MORELLI, Festa delle Anime Sante tra storia e tradizione, Collana de Il Melarancio, arti grafiche Cantagallo, Penne (Pe) maggio 2008.

ELISEO MARRONE, Il granaio d'Abruzzo dal Comune all'Età Farnesiana, Pescara, Tracce, 2012.

SITOGRAFIA:

http://sbsaeaq.beniculturali.it/index.php?it/126/calendario-etnoantropologico/831/festa-delle-anime-sante

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