PELTUINUM, CITTÀ DEL TRATTURO, DEL VENTO E DEL SILENZIO

ANTONIO MEZZANOTTE.

Peltuinum è un'antica città dei Vestini cismontani, poi romana e medievale, ne troviamo i resti nei pressi di Prata d'Ansidonia e San Pio delle Camere, nell'aquilano. Appena si accede al sito vengono in rilievo le mura, alcune cisterne, un sepolcro a torre, le pavimentazioni delle antiche case.
Si stima in circa 25 ettari l'estensione di tutto l'abitato, che occupa un pianoro al centro dell'altopiano, attraversato dal Tratturo e dalla via Claudia Nova.

L'elemento che ha assicurato prosperità e ricchezza alla città è proprio quello associato al controllo delle greggi e delle merci in transito: non a caso pare che la funzione daziaria, ossia di riscossione dei diritti di passaggio e di imposizione fiscale (in latino "ansarium") sia alla base del mutamento del toponimo in Ansedonia (altri autori, invece, individuano l'eponimo in un tal Sidonio, primo feudatario del luogo, altri ancora in sitonio, che in greco vuol dire "campo di grano").

Com'è e come non è, ci sono tre elementi sui quali porre l'attenzione: le mura difensive, il tempio (probabilmente dedicato ad Apollo) e il vicino teatro, capace di contenere fino a 2500 spettatori.

Visitare questo luogo, su cui tanto si è scritto e ancora tanto si potrebbe dire (come, ad esempio, che tanto altro dovrebbe essere riportato in luce) suscita vari motivi di interesse.
Il primo è di archeologia, per la vetustà del sito e per l'importanza dei ritrovamenti di questa città; il secondo è storico e, per quanto mi riguarda, anche e soprattutto di storia del diritto, perché qui nasce e si afferma l'autonomia amministrativa e giurisdizionale delle piccole comunità rurali (all'epoca "vici") con la lex Aedis Furfensis (ossia del vico di Furfo, il lembo più occidentale del territorio di Peltuinum, risalendo il tratturo verso il ponte romano di Barisciano).

Il terzo motivo è naturalistico e salutare: visitare in una tiepida giornata tardo autunnale il pianoro di Peltuinum in solitaria, con la cornice dei monti innevati e la corona dei vari paesi che da questa città sono derivati (Prata d'Ansidonia, Castelnuovo, San Pio delle Camere, Tussio e altri) davvero non ha prezzo. Godendo di un raro momento di serenità, ci si ritrova proiettati in un tempo sospeso tra antichità e medioevo, in un luogo in cui il vento trasporta ancora l'eco delle greggi transumanti, degli spettacoli nel teatro augusteo appoggiato al fianco della collina, delle litanie dello scomparso monastero di Santa Maria Sidonia ovvero della chiesa di San Paolo, al limite occidentale del pianoro, di divinità ancestrali, dinnanzi alle quali veniva amministrata la giustizia, qui nel foro ai piedi del tempio di Apollo, dal colonnato imponente che si elevava sulla sommità dell'altopiano.

A mio avviso, Peltuinum meriterebbe di essere maggiormente valorizzata, ma è anche vero che gran parte del suo fascino forse deriva proprio dall'essere un sito tutto sommato ancora poco noto.

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