Torna oggi 7 agosto, in diversi paesi la festa di San Donato.
È considerato protettore degli epilettici, perché gli è attribuita la guarigione miracolosa di un bambino da questa malattia. Tra i miracoli che la leggenda devozionale gli attribuisce, il più famoso è quello del calice, per via del quale sarebbe stato condannato al martirio: durante la celebrazione della messa entrarono nel tempio dei pagani che con violenza mandarono in frantumi il calice di vetro, di cui Donato raccolse i cocci e li rimise insieme, ma ne mancava uno. Noncurante di ciò, vi avrebbe versato del vino servendolo ai fedeli senza che ne cadesse dal fondo. Dallo stupore, 79 pagani si sarebbero convertiti al Cristianesimo. Dopo un mese, fu arrestato e ucciso.
In omaggio al Santo il nostro collaboratore Antonio Mezzanotte, ci ha inviato questa poesia di Modesto Della Porta.
LU MIRÀQUELE DI SAN DONATE
A la processïone, stamattine,
mentre sonav’ a feste, na campane
s’è rutelàte da lu campanine
sopr’a la folle e a une di Rusciane,
che stave ‘mmezz’all’âtre pellegrine,
ne j’à lassate manche n’osse sane.
Tutta la gente à corse a ddà’ na mane:
“lu mèdeche...l’acète...lu ddurine!”
Ma lu cafone à ditte: “no, nïente,
jam’a la cchiese, a San Donate bbelle”.
E alloche à fatte nu ringraziamente,
à fatte dire le ‘tani’ cantate,
ca sotte a chela sorte di sfraggelle
nen s’avè’ morte, ‘n grazie a San Donate!
(Modesto Della Porta)