REMO DI LEONARDO.
Sab 19 marzo, 2022 / Cultura /.
Nell’antichità la laudatio funebris (lett. lode funebre) era l'orazione che veniva pronunciata presso i Romani in memoria di un defunto illustre, durante la cerimonia funebre.
Al termine della processione, quando il corteo giungeva nel Foro, un membro della famiglia del defunto saliva sui rostri e pronunciava la laudatio: raccontava brevemente la vita del defunto mettendone in particolare risalto gli aspetti principali, come le magistrature ricoperte, le vittorie riportate in battaglia, i trionfi festeggiati.
Generalmente considerate come il primo esempio di oratoria latina, le laudationes funebres, tra i primi tentativi di creazione di un archivio storico, erano espressione della cultura gentilizia: le gentes glorificavano, attraverso le orazioni funebri, i propri parenti defunti, esaltando le loro gloriose azioni e permettendo così che se ne perpetuasse la memoria. Le orazioni venivano infatti conservate e talvolta riutilizzate in più occasioni.
“L'elogio funebre ha rappresentato nei giornali dell'Ottocento del XX Secolo una particolare forma di contributo giornalistico. In molti casi, al di là della cronaca dell'evento luttuoso, la prosa del pubblicista risultava di apprezzabile spessore letterario: attraverso l'enfasi e la tipica retorica veniva trasmessa nei lettori la commozione per il decesso di persone più o meno note della comunità locale: politici, professionisti, artisti e caratteri particolari. La lettura dei necrologi - redatti in un linguaggio giornalistico profondamente diverso da quello del XXI secolo - oltre a fissare molte biografie di personaggi abruzzesi sconosciuti o minori che si distinsero nella vità pubblica dell'epoca, offre pure una testimonianza di come venivano vissuti i lutti, e di come si svolgeva in quell'epoca il rito funebre, per molti versi assai diverso da quello odierno, che è diventato privo di solennità. Il "Corriere Abruzzese" periodico politico-letterario bisettimanale che iniziò le sue pubblicazioni a Teramo il 1. dicembre 1876, fu il primo giornale che informò regolarmente la provincia sui fatti locali, regionali e nazionali.” (1)
Riportiamo qui di seguito l’elogio funebre al marchese Nicola de Felici, stampato nel volume “L’Ultima dimora” a cura di Federico Adamoli. (2)
“In Pianella è morto il marchese Nicola Defelici, uno dei membri più antichi dell'aristocrazia abruzzese. Nello scorso agosto ebbe un primo attacco apopletico, ed in questi giorni ne aveva avuto un altro. Buono, cortese, generoso, fu la provvidenza di quei siti, ed il Governo gli affidò in tempi difficili il sindacato di quel Comune. Con la morte di questo vecchio patrizio, prendono il lutto molte famiglie abruzzesi, fra le quali quella Monaco-Lavalletta, essendo il defunto cognato del Cardinale. (18-4-1891).
I FUNERALI DI DEFELICI - Castellamare ad. 16 Aprile 1891 - Nel pomeriggio del 13 corrente, dopo breve malattia, ebbe a spegnersi placidamente la vita del Marchese Nicola Defelici, qui in Castellamare, presso al suo figlio Gesualdo ed ai suoi familiari.
Il funebre annunzio addolorò tutti, perché il vecchio Marchese era ovunque amato e stimato per la bontà innata dell'animo e pel suo buon cuore. E Castellamare si mostrò degna di lei colla spontanea ed imponente dimostrazione di affetto che fece al nobile estinto. Nel dì successivo, un lungo corteo, formato da gran folla di popolo e da molte carrozze, accompagnò il feretro a Pianella. Il carro di 1. classe era sormontato da belle corone di fiori freschi inviate dalle famiglie Defelici, Olivieri, Capponi e da altri amici. I fiocchi della bara erano retti dal ff. Sindaco di Castellamare Dott. Iasonni, dal rappresentante del Municipio di Pianella sig. Cortellini, dal cav. Leopoldo Muzii per la famiglia, Cav. Costantino Barbella per gli amici dell'estinto. Dopo l'assoluzione nella Cappella Muzii, il corteo s'incamminò per Pianella, con un sole primaverile. Al confine di Pescara il Dott. Jasonni con parole vibrate ed affettuose disse l'addio in nome di Castellamare. Arrivati a Cepagatti, altra folla ed altre rappresentanze, precedute da quella filarmonica, si misero in testa a noi, ed allora (devo dirlo?) cominciò la jettatura.
La banda e le rappresentanze di Cepagatti muovevano lentamente, sicché tardi si arrivò a Pianella, accompagnati da una pioggia fine e persistente.
I buoni pianellesi però non si sconfidarono per questo, ed anzi mostrarono nel modo il più espansivo l'affetto che li univa al Marchese Defelici.
Una deputazione capitanata dal Sindaco De Sanctis, dal Pretore Avv. Ciambecchini e da Giacomino Sabucchi ed accompagnata dal concerto musicale, mosse incontro al corteo qualche chilometro sotto il paese. E quivi giunti, immensa fu la folla che trovammo, non curiosa, ma addolorata. Era stato preparato all'ingresso della città un arco a padiglione di mortella; le case, anche le più umili vedevansi guarnite di corone ed emblemi funebri, e strisce col motto "lutto cittadino". Tutti i negozi erano chiusi, ed unanime fu il pensiero: accogliere degnamente le spoglie del vecchio Marchese, del padre amorevole dei pianellesi. La salma fu collocata su di un mausoleo improvvisato nella cappella di famiglia, fuori Pianella, ch'è tomba gentilizia, ed ove riposa. D. Concetta Monaco Lavalletta, consorte dell'estinto Marchese, ed il Senatore Gaspare, di lui cognato. Quivi sostammo, in un piazzale fangoso, riparati in parte da un portico che fronteggia la chiesuola. E quivi lesse un discorso forbito il Pretore Ciambecchini, mostrando le virtù di cittadino e funzionario integerrimo del nobile estinto. A lui seguirono l'Avv. Alfonso Sabucchi, che delineò maestrevolmente la figura del Marchese Defelici, e poi il sig. Cantelmi. A nome di Castellamare parlò il Cav. Ciccarelli, ispirato, eloquente e che ci commosse tutti fino al pianto. Il Ciccarelli è un vecchio ed abile oratore, ma questa volta fu addirittura splendido, tratteggiando la missione compiuta dal Marchese in rapporto alla vita pubblica e privata, ricordando le sue virtù, ed i benefizii che tutta Pianella ha ricevuto dalla famiglia Defelici. La cerimonia non poteva riuscire più imponente ed il Ciccarelli ben la chiamò "plebiscito di dolore". Nel dì successivo ebbero luogo le funzioni religiose, che furono, a quanto mi dicono, solenni. Oltre al concerto musicale si ebbe ad ammirare un elogio funebre del Parroco di Pianella.
Nicola Defelici aveva il titolo di Barone di Rosciano e Marchese Del Giudice. Era cognato al Cardinale Monaco Lavalletta ed al Marchese Caracciolo Turchiarolo di Pietravalle, che venne da Napoli a dargli l'estremo addio. (A.C.)”
Nicola de Felici nacque a Pianella il 6 ottobre 1817, sposò Concetta Monaco La Valletta. Dalla coppia nacque Luigi che fu Sindaco di Pianella dal 1878 al 1883 mentre Nicola fu sindaco e assessore nel 1865.
Dalla targa, esposta nella sala Consiliare del Comune di Pianella, si riporta quanto segue.
Pianella, 1891.
Il Consiglio Comunale, nella tornata de' 15 Aprile, deliberava che, in questa Sala fosse collocata una lapide in memoria del barone Nicola de Felici, il quale né per antica nobiltà di prosapia né per cospicuo parentado né per largo censo, si lasciò mai dominare da spiriti altieri. Bando, invece imitabile esempio di miti e soavi costumi sì nella privata come nella pubblica vita. Rialzata da un re magnanimo, l'Italia a dignità e grandezza di nazione, accettò volentieri l'ufficio del sindaco, con paterna sollecitudine amministrò il patrimonio del Comune, né mancò mai al generoso compito di mantener salda la pace fra i concittadini ed i pericoli atti a turbarla; seppe tener lontani e con l'efficace parola be con l'autorità di provato senso cortese, semplice ne' modi, meritò l'amore e la reverenza de' suoi concittadini e di quanti lo conobbero, ai quali non verrà mai meno ilo pio e affettuoso desiderio di rimpiangerlo e ricordarne le care virtù. Visse anni ottantaquattro, morì il giorno 13 Aprile milleottocentonovantuno.
Note 1. https://www.libreriauniversitaria.it/ebook/9788867551941/autore-federico-adamoli/l-ultima-dimora-25-anni-di-annunci-funebri-sul-corriere-abruzzese-1876-1899-e-book.htm
Bibliografia:
FEDERICO ADAMOLI, L'ultima dimora. 25 anni di annunci funebri sul Corriere Abruzzese (1876-1899). E-book Editore: Federico Adamoli, settembre 2012
Foto: Riccardo Pietrolungo (lapide in ricordo di Nicola de Felici situata presso il Comune di Pianella)