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ANTONIO MEZZANOTTE. Si dice e si racconta che Giovanni, ricco patrizio romano, durante la notte del 4 agosto 352 d.C. avrebbe visto in sogno la Vergine Maria che chiedeva di costruire una basilica nel luogo dove il mattino seguente avesse trovato della neve fresca.
Giovanni all'indomani, sul presto, corse da Papa Liberio per raccontargli quanto visto e il pontefice confessò di aver avuto la stessa visione.
Il prodigio, nel frattempo, si era avverato e per ordine di Liberio si fece tracciare la pianta di una grandiosa basilica esattamente dove cadde la neve di agosto e fu edificata, così, la basilica di Santa Maria della Neve, detta (in latino) “ad Nives”.
Questa è la storia della Madonna ad Nives romana, ma qui siamo in Abruzzo e precisamente a Lettomanoppello (PE), dove su un poggio a 900 mt slm alle pendici settentrionali della Maiella, lungo la strada che sale verso Passolanciano, poco dopo Fonte Pirella, nel 1971 gli emigrati lettesi negli U.S.A. fecero realizzare la statua della "Madonna delle nevi", a protezione della terra d’origine, che si stende al di sotto di questa solitaria altura. I nominativi dei committenti sono stati indicati nella lapide posta sul basamento della statua.
Penso che essa con l’apparizione mariana di quell’agosto romano c’entri poco, mentre l’attinenza è senza dubbio rivolta alle nevi di questa montagna, un tempo copiose ed abbondanti, e il richiamo, semmai, è verso l'analoga Madonna del vicino Blockhaus o quella posta sulla montagna di Campo Felice, nell'aquilano.
La statua è collocata all’interno di una pineta; ogni tanto, diciamo una volta all'anno, salgo fin qui per ascoltare la voce del vento tra i rami degli alberi. Essa ha un suono antico, che viene dai pastori, dai briganti, dai minatori, dai santi eremiti che hanno tracciato la vita sulla Majella.
Dal poggio della Madonna delle nevi di Lettomanoppello lo sguardo spazia su vasti scorci delle colline vestine, fino ai contrafforti del Gran Sasso.