ANTONIO MEZZANOTTE.
LA MADONNA DELLA MAZZA A PRETORO
Si dice e si racconta che le genti di Pretoro (CH), legate da profonda devozione e amore filiale nei confronti della Beata Vergine Maria, l’ultima domenica di un mese di aprile decisero di ricoverare in paese la bella statua lignea della Madonna col Bambino, da secoli conservata nella chiesuola posta a mezza costa verso Passo Lanciano, sulla Maiella.
La statua della Madonna stette in paese, presso la chiesa parrocchiale di Sant'Andrea, venerata con grande fervore da tutto il popolo.
Accadde che il 2 luglio dello stesso anno i pretoresi si svegliarono trovando il paese imbiancato da una improvvisa nevicata estiva.
Aperte le porte della chiesa, si accorsero che la statua della Madonna non era più collocata sull’altare. Un grande sgomento prese tutto il popolo. Qualcuno, però, notò che sulla neve fresca vi erano ritratte delle impronte di piedi, due grandi e due più piccole, che si allontanavano in direzione della montagna. Le seguirono. Giunsero così alla chiesuola e lì ritrovarono la statua della Madonna col Bambino al suo posto, dov’era stata da tempo immemore.
A ricordo di questo fatto prodigioso, ogni anno la statua viene trasportata in paese l’ultima domenica di aprile e riportata in montagna la prima domenica di luglio.
Trattasi di una bella statua lignea del Quattrocento, raffigurante la Madonna col Bambino, la quale con la mano destra regge uno scettro (simbolo di regalità). Per tale motivo, viene chiamata comunemente Madonna della Mazza, che ha dato il nome anche al luogo di culto costituito da una chiesa e da un romitorio, entrambi eretti nel XIII secolo e dedicati a Santa Maria del Monte ad opera dei monaci cistercensi di Santa Maria Arabona di Manoppello, con funzioni di controllo del territorio e assistenza ai viandanti che si inoltravano verso i pascoli d’altura.
La struttura, realizzata ai margini di una piccola radura nei pressi di un bosco a 1020 mt di quota, presenta un ricco portale con motivi floreali e colonne tortili scolpite con ornamenti, come i grappoli d’uva (segno di festa per i timorati di Dio). Da notare anche il portale laterale murato, sul cui architrave sono raffigurati due leoni accovacciati (simbolo della sacralità del luogo) e una colomba (allusione all’umiltà che sempre dovrebbe pervadere il pellegrino prima di presentarsi al cospetto della Beata Vergine).
È un sito davvero straordinario, che va visitato possibilmente lontano dai giorni festivi, quando torme di gitanti ne affollano le fresche ombrature. Allora, potrà essere assaporata la serenità ispirata da questo antico luogo dello spirito posto tra i boschi della Montagna Madre.