ANTONIO MEZZANOTTE.
Si dice e si racconta che nel 1442 alcune famiglie di profughi albanesi provenienti da Dulcigno (oggi una località del Montenegro) sbarcarono in Molise e si spostarono verso nord in cerca di un luogo libero ove poter ricominciare una nuova vita. Portavano con sè, a spalla, un quadro della Madonna ed erano convinti che avrebbero avuto un segnale dalla Beata Vergine. Passato il fiume Foro e prima dell’Alento, l'icona divenne pesantissima e quello fu il segno atteso per la fine del lungo viaggio. In omaggio alla Madonna Odigitria ("colei che indica il cammino") edificarono una chiesuola, posta su un poggio nelle immediate colline a ridosso di Francavilla in località Setteventi lungo la strada per Miglianico, alla quale diedero il nome di Santa Maria della Croce.
La chiesa esiste ancora oggi e la vediamo in prossimità di un incrocio a mezza strada tra il cenacolo michettiano e il casello autostradale.
Probabilmente, la chiesa già preesisteva, forse come edicola o semplice cappella rurale, e lo stanziamento degli albanesi era stato autorizzato per ripopolare Francavilla, in particolare, e le terre limitrofe dopo che il paese fu saccheggiato e quasi distrutto nella metà del XIV sec. dalle scorrerie delle compagnie di ventura di Fra Moriale d’Albarno (il "monaco guerriero", come veniva chiamato dai suoi soldati, per via del fatto che era stato frate gerosolimitano prima di abbracciare il mestiere delle armi) e di Corrado di Landau (il famigerato Conte Lando, “pubblico ladro”, come venne definito dai contemporanei), entrambi militanti nella Grande Compagnia di mercenari stranieri che all’epoca era il flagello dei luoghi da essa toccati.
Si pensa anche da parte degli storici locali (ma la vicenda è dibattuta) che la chiesa, presso la quale avvenivano anche le sepolture dei devoti d'origine albanese, era officiata in rito greco ortodosso fino alla metà del Seicento, quando venne convertita al rito latino dalle autorità ecclesiastiche (con traslazione del culto per la Madonna Odigitria, praticato dalle genti schiavone stanziatesi nel tempo lungo la vallata del Foro, alla Madonna delle Grazie di Francavilla paese).
L’odierno impianto è preceduto da un portico d’ingresso in laterizio, settecentesco, con finestrelle basse a uso dei pellegrini e ariosi archi a tutto sesto (che riprende un motivo comune a tante chiesette che troviamo nelle campagne teatine) ed è stato restaurato pochi anni fa dopo un lungo periodo di abbandono. Un campanile a vela, in laterizio a vista, ne caratterizza la copertura.
Questa chiesa, che a tutt’oggi è la più antica di Francavilla al mare, è il luogo d’incontro tra la compagnia di devoti proveniente da Vacri e la comunità francavillese nel corso del pellegrinaggio di primavera alla Madonna delle Grazie, l’antico santuario posto sul colle del paese, edificato nel 1623 per ricordare l’apparizione della Madonna e che, andato distrutto durante l’ultima guerra, è stato sostituito dall’omonima chiesa collocata in un locale al di sotto della piazza antistante la sede municipale.
L’incontro all’alba tra le due comunità presso la Madonna della Croce e l’accoglienza dei francavillesi ai pellegrini di Vacri, alla quale una volta ho partecipato, è un momento di grande condivisione e fervore devozionale.
La chiesetta rurale della Madonna della Croce ci rammenta, pertanto, la storia antica e la pietà del popolo francavillese e costituisce un piccolo luogo identitario di questa bella e vivace cittadina.