LA MADONNA DEL FREDDO A CHIETI

ANTONIO MEZZANOTTE.

Si dice e si racconta che un giovane molto povero, percorrendo le campagne di Chieti tra i fossi Fagnano e Sant’Anna verso l’Alento, fu colto da improvviso malore accompagnato da febbre alta. Più si copriva e più sentiva freddo. Allora supplicò la Vergine di aiutarlo, il miracolo si compì ed egli guarì. Per riconoscenza alla Beata Vergine Maria con i magri risparmi del proprio lavoro edificò una cappella dedicata alla Madonna del Freddo, protettrice anche contro le febbri malariche, un tempo flagello dei terrazzamenti che si affacciavano sui ristagni fluviali dell’Alento.

Quella chiesetta, una delle tante che potevano incontrarsi per le zone rurali di Chieti, è tutt’oggi esistente e, come mi ha precisato una anziana referente del luogo, parrebbe essere intitolata formalmente a Santa Maria della Neve, in ricordo delle abbondanti nevicate che un tempo colpivano la città di Chieti (in modo particolare le zone di levante, esposte alla bora), a protezione dalle quali era sorta una sentita devozione per la Madonna, autrice di tanti miracoli a beneficio della popolazione di queste campagne durante gli inverni più duri.

Com’è e come non è, la chiesetta è situata a mezza costa lungo la strada che da Sant’Anna scende verso l’Alento, in un luogo abitato sin dal paleolitico. L’attuale impianto probabilmente è risalente al XVIII sec. ed è preceduto da un portico con arco centrale a tutto sesto affiancato da doppia coppia di paraste doriche con trabeazione e timpano. Nella facciata interna il portale architravato con lunetta è affiancato da due finestrelle basse, funzionali alle esigenze cultuali. Sul fianco destro si erge il campanile con cella campanaria in laterizio e banderuola segnavento in ferro battuto.

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