ANTONIO MEZZANOTTE.
Dom 27 marzo, 2022 / Cultura /
Nella chiesa parrocchiale di Rosciano (PE) è conservato un raro e pregevole dipinto su tela raffigurante la morte di San Giuseppe, databile agli inizi del 1700 e di autore ignoto. San Giuseppe, sulla sinistra della scena, è raffigurato disteso sul letto nel momento del trapasso; gli sono a fianco Gesù (vestito di rosso) e Maria, la quale, indicando il cielo, gli preannuncia la salvezza eterna. Sulla sinistra è inginocchiato un angelo (probabilmente l'arcangelo Gabriele, annunciatore di luce) che sostiene una candela, ed un telo nero è trattenuto nell'angolo superiore. Al centro, in alto, sono raffigurati tre cherubini e sulla destra la scena si apre per far intravvedere un paesaggio.
Si dice e si racconta che Giuseppe morì alla veneranda età di 111 anni, colpito da una malattia incurabile, tra le braccia della moglie e del figlio. Per tale motivo, egli viene considerato il patrono della buona morte. Erano in corso i lavori di ampliamento e ristrutturazione della chiesa e si pensò di dedicare un dipinto alla devozione per "la buona morte", oggi collocato in alto sulla parete destra della navata.
Il paese si stava ancora riprendendo dalla grande crisi del secolo precedente (quando rischiò di essere abbandonato) ed il ricordo dei tragici momenti vissuti a causa della pestilenza del 1656 era ancora vivo per auspicare a ciascun roscianese una fine più serena, circondato dalle persone care. Per altro, questo dipinto è rivelatore anche della presenza a Rosciano di un pio sodalizio dedito all'assistenza ai malati ed ai moribondi, molto attivo ed operoso proprio nel Seicento e che probabilmente aveva in gestione l'Ospedale comunale (di cui parlano i catasti del tempo), con il proprio riferimento nella chiesa di San Rocco, quella che fu demolita agli inizi del 1900 per realizzare l'odierna piazza Matteotti.
Nel disastro dell'attuale periodo storico, tra drammatici echi di guerra e l'esperienza di due anni di pandemia, improvvisamente abbiamo scoperto di essere facilmente vulnerabili e che basta davvero poco per perdere la vita. Alcuni giorni fa abbiamo celebrato proprio la giornata del ricordo delle vittime del covid19, persone il più delle volte decedute sole in ospedale, lontane dagli affetti familiari. Allora, ecco che la rappresentazione della "buona morte" di San Giuseppe forse ci è da monito a vivere un po' più serenamente (in tempi meno pretenziosi si diceva "in grazia di Dio", ma il concetto tutto sommato resta quello) ed a riscoprire un senso di umanità e misuratezza, che sempre più spesso manca, nel nostro quotidiano tribolare.
Foto del quadro nella chiesa parrocchiale di Rosciano (PE)