LA CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ A POPOLI (PE)

ANTONIO MEZZANOTTE.

Per la serie “Interviste impossibili”, oggi abbiamo il piacere di avere con noi l’Ing. Corradino D’Ascanio, inventore della Vespa, che ci illustrerà uno dei monumenti abruzzesi più significativi, ossia la chiesa della SS. Trinità a Popoli, famosa cittadina chiamata anche “la chiave dei Tre Abruzzi”, antica capitale dei Duchi Cantelmo. Buongiorno Ingegnere e ben trovato!

«Buongiorno a Lei e ai lettori! Mi corre l’obbligo, però, di fare una precisazione. Nel corso della mia vita mi sono confrontato con numerose questioni tecniche e ho dato soluzioni innovative e all’avanguardia. Ho inventato, così come si suol dire, la Vespa per la Piaggio, ma anche il distributore di sapone al torchio per la pressatura delle olive, il forno elettrico per la cottura del pane e per la pasticceria, la macchina per la catalogazione e ricerca rapida di documenti e, anche, il segnalatore di eccesso di velocità per veicoli».

E non solo, Ingegnere. Lei è noto per essere stato uno dei pionieri dell’aeronautica con l’invenzione del prototipo dell’elicottero!

«Ebbene sì, l’aeronautica è stata il mio primo amore e l’interesse costante per tutta la vita!»

Ingegnere, oggi però Lei è qui con noi per parlarci di uno dei monumenti più belli di Popoli: la chiesa della Santissima Trinità!

«Certo, si tratta di una delle più belle chiese del mio paese e, come potete vedere, è preceduta da una grandiosa scalinata, molto scenografica, che a parer mio la accosta alla più celebre Trinità dei Monti romana. Risale alla metà del 1500 ma del tutto ristrutturata all’inizio del 1700 e, a tutt’oggi, è monumento rappresentativo del barocco abruzzese.

Ha una pianta centrale su base ottagonale sormontata da una cupola, la facciata scandita da paraste che marcano i due portali laterali, sovrastati da nicchie a chiocciola ricche ed eleganti, con cornice triangolare (il simbolo della Trinità) e, in alto, spiccano quattro anfore in pietra.

Il campanile è cinquecentesco, rimaneggiato nel 1648, ed è distanziato dall’edificio principale. L’interno conserva una cripta, accessibile dalla sacrestia, utilizzata in passato per l’inumazione dei defunti a cura della Confraternita della SS. Trinità. L’altare maggiore, degno di nota, è attribuito a Nicodemo Mancini da Pescocostanzo e datato al 1750.

Numerose tele, tra le quali quelle del teatino Giambattista Gamba, raffigurano scene come il Trionfo della Trinità, il matrimonio della Vergine e la Madonna col Bambino in mezzo ai Santi Filippo Neri e Pietro, databili tutte alla metà del Settecento.

Notevoli anche le statue del Cristo Risorto e della Trinità. Nell’oratorio è possibile ammirare un altare ligneo del pieno Seicento e numerose altre tele e affreschi di rilevante qualità, tra le quali una Deposizione di Cristo dalla Croce attribuita al pittore Daniele di Volterra».

Ingegnè, sintetico e preciso, come del resto ci si aspettava da Lei. Però l’avverto che questa intervista va pubblicata su Facebook, che è una invenzione americana, una specie di libro giornale telematico dove si scrive di tutto, si mettono tante foto e tutti hanno da commentare su tutto. In ogni caso, noi siamo tutti convinti che Lei e la Trinità di Popoli ci farete una bella figura! Posso chiederle un saluto per i nostri lettori?

«Ho lavorato in America, ma preferisco l’Italia e il mio paese, questa Popoli che conserva ancora, qui vicino, la casa nella quale sono nato nel 1891. Ai lettori, di ogni età, che saluto, dico di osare sempre, di avere interessi, di cambiare le cose in meglio, perché, come scrissi ai miei figli, i sogni non vanno fatti morire mai!»

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