IL SAN MARTINO DI CIVITAQUANA

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ANTONIO MEZZANOTTE.

Martino era un soldato romano, nato nel 316 d.C. in Pannonia (odierna Ungheria). Figlio di un tribuno militare, prestò servizio nella cavalleria imperiale. Condivise il mantello con un poveraccio incontrato per strada (l'eco di quel gesto dirompente ha attraversato i secoli, ma con i tempi che corrono non è un Santo alla moda!).
Poi, già convertito al cristianesimo, per una serie di vicende fu eletto vescovo. Fu sempre vicino ai bisognosi, ai poveri e ai perseguitati. Disprezzato dai potenti, irriso dagli sciocchi, malvisto anche da una parte del clero, che trovava scomodo un vescovo troppo esigente, di formazione militare. Resse la diocesi di Tours, in Gallia, per 27 anni, in mezzo a contrasti e persecuzioni, fondando monasteri e parrocchie rurali e il suo culto, proprio per le origini militari del personaggio, venne ripreso dai Franchi e dai Longobardi, che gli furono molto devoti, così come le genti abruzzesi.

Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Civitaquana (PE), tra le colline vestine, troviamo un affresco votivo dedicato proprio a San Martino, di autore ignoto, realizzato a grandezza naturale sulla controfacciata,  nell'angolo sinistro e in corrispondenza di una navata laterale, al di sotto di una finestrella. Probabilmente, il dipinto risale alla seconda metà del XV sec., dopo la ristrutturazione della chiesa ad opera dell'abate Giovanni nel 1464.
Il Santo è raffigurato come un giovane vescovo, con il braccio destro benedicente, e se ne apprezzano il rosso porpora della dalmatica e la cura delle rifiniture del pastorale, che richiama l'arte gotica. Una rarità, che per ora ho visto soltanto qui a Civitaquana: sulla mitria e sul guanto sinistro è disegnato un sole. Il simbolo rinvia al racconto secondo cui il Santo, dopo aver donato il mezzo mantello, non ebbe tempo di indossarne un altro prima di rivestirsi dei paramenti per celebrare la Messa, pertanto al momento della consacrazione dell'Eucaristia gli si scoprirono le braccia. In quell'attimo sul suo capo apparve un globo di fuoco, simile al sole, per glorificare in lui l'uomo che si era spogliato dei beni per amor del prossimo.
Alla base del dipinto una breve epigrafe riporta il nome di Martino, santo vescovo soldato, patrono dell'Arma di Fanteria e della campagna autunnale.

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