ANTONIO MEZZANOTTE.
Per svariati anni e per motivi di lavoro ho associato il toponimo "Larino" soltanto a un tribunale in provincia di Campobasso, in Molise, senza nemmeno interrogarmi su come e perché quella località fosse sede di uffici giudiziari.
Poi, avvenne che qualche tempo fa, complice anche quell'aggeggio infido che usurpa il nome di navigatore, sbagliando strada sono capitato dinnanzi all'anfiteatro romano di Larino, uno dei meglio conservati, a me del tutto ignoto, e ho cominciato a vedere con occhi nuovi quello che mi circondava.
In breve, dai resti della città romana sono arrivato nel centro storico medievale e lì ho "scoperto" la basilica - cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Pardo.
Quest’ultima, consacrata il 31 luglio 1319, è considerata uno degli esempi più significativi dell’architettura religiosa dei secoli XIII e XIV e una delle costruzioni sacre più belle dell’Italia centrale, giacché integra aspetti architettonici e simbolici del romanico e del gotico, con richiami abruzzesi e pugliesi.
Il portale è ogivale a fascio di colonnette decorate da motivi a spirale, il tutto inserito all'interno di un falso protiro.
Nella lunetta (in cui sono ancora evidenti tracce di policromia nonostante il trascorrere dei secoli) sono poste le figure a tutto tondo del Crocifisso (con un angelo che cala dall'alto), della Madonna e di Giovanni Evangelista. Un Agnello Crucifero (simbolo di Cristo) è collocato nella cuspide del protiro. Una serie di colonnine sovrapposte delimitano il portale ai lati, con leoni stilofori e grifoni. Un altro grifone è posto al vertice del protiro.
Al di sopra del portale si apre il bel rosone, traforato da archi trilobati su colonnine tortili con tredici braccia (che innova la tipica struttura a dodici raggi). Attorno a questo rosone gotico si distribuiscono le sculture (romaniche per sensibilità) raffiguranti ancora l'Agnello Crucifero e i simboli dei Quattro Evangelisti (l'angelo di Matteo, il leone alato di Marco, il toro di Luca e l'aquila di Giovanni). E ancora sculture di draghi, volti umani, animali fantastici, edere...
Agli estremi della facciata sono posizionate due raffinate bifore che riprendono gli stessi motivi del portale, con leoni stilofori, archi trilobati e colonnine tortili.
Mi informo meglio e scopro che l'artefice della facciata di San Pardo a Larino probabilmente è lo stesso delle facciate di Santa Maria Maggiore a Lanciano (risalente al 1317) e del Duomo di San Leucio ad Atessa (1312), ossia l'architetto Francesco Petrini (o Perrini), lancianese di nascita. Per altro v'è da dire che il centro storico di Larino somiglia molto al quartiere Civitanova di Lanciano, nel quale si trova, appunto, l'antica cattedrale di Santa Maria Maggiore, a testimoniare una stretta e comune vicenda artistica, storica e sociale tra Abruzzo e Molise, in particolar modo nell'area frentana, della quale Larino rappresenta uno dei principali centri urbani.