IL CARMINELLO A CHIETI

ANTONIO MEZZANOTTE.

Nelle campagne di Chieti, verso la clinica Villa Pini, tra il Crocifisso e Villa Obletter, al limite di un pianoro ammantato da teorie di vigneti e preceduta da uno stretto viale di pini d'Aleppo, sorge solitaria la chiesa della Madonna del Carmine.

A Chieti, in verità, esiste un'altra chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, ossia quella del rione Civitella, di ben più ampio rilievo storico e architettonico (sebbene così chiamata soltanto con l'arrivo dei padri Carmelitani all'inizio del 1800). Per tale motivo, questa chiesa rurale spesso viene detta "del Carminello".

Perché è stata edificata una chiesa in così aperta campagna, lontano dai centri abitati?

Per rispondere dovremmo indagare nel passato di questi luoghi e scoprire che la zona veniva chiamata Villa Foresta ovvero La Foresta. I nomi sono conseguenza delle cose (come sentenziava un celebre manuale di diritto dell'epoca giustinianea) e non è peregrino ipotizzare che tutta la piana compresa tra il vallone del Fosso di Vallepara (che la separa dal San Salvatore) e i confini di Torrevecchia un tempo era ricoperta di boschi, forse proprio di pini, prima che quelle terre venissero messe a coltura.

Non si riscontra la presenza di un villaggio, bensì un insieme di case sparse o piccoli nuclei abitati, che però trovavano il loro centro identitario nella chiesa rurale del Carmine.

Nel corso del XIV sec. la contrada venne annessa a Chieti, mentre la giurisdizione ecclesiastica assegnata alla parrocchia di Santa Maria de Cryptis. La chiesa venne amministrata prima dalla Commissione di Beneficienza di Chieti, poi, dopo l'Unità, dalla Congregazione di Carità.

L'edificio, di evidente matrice settecentesca (ma, a mio avviso, trattasi di ampliamento di una precedente cona rurale), presenta facciata intonacata a capanna con timpano, paraste d'angolo, portale architravato, finestrella circolare. L'impianto è ad aula con loggia per la cantoria e altare edicolato (nella nicchia centrale troviamo la statua conocchia della Beata Vergine del Carmine). La torretta campanaria in mattoni a vista si eleva dal fianco destro della chiesa.

Tra tutte le chiese secondarie di Chieti questa è la più nascosta, la più appartata, di certo la meno nota e, forse per tali motivi, anche la più misteriosa; in ogni caso, uno dei luoghi dello spirito che fanno da corona alla città.

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