IL CANE DI SAN VITO A ROSCIANO (PE)

18 Giugno 2023

ANTONIO MEZZANOTTE.

Lo scorso autunno ero stato chiamato da volontario per accogliere i visitatori nella piccola chiesa di San Nicola a Rosciano (PE), il mio paesello, per le Giornate del FAI.

Mentre mi accingevo, quindi, a parlare dell'affresco raffigurante san Vito (realizzato nel 1510 circa da un allievo di Andrea Delitio), ecco che venni interrotto dall'incalzare delle domande di un uomo di una certa età, dalla simpatia contagiosa, che avevo conosciuto in tribunale come testimone in una causa civile: "Avvocà, ma mo su cacciune che me te rappresente? Peccò te la zampe arembuste? Sta sciote o alla fune?"

Oggetto delle domande era il dipinto del cane che caratterizza l'immagine iconografica di san Vito (e che, tenuto conto dello stato conservativo dell'affresco, è stato rilevante per identificare con certezza il Santo della pittura).

Stavo per rispondere, ma l'uomo proseguiva: "Avvocà, ma è lu vere che su cane abbade alla staggione? Tatone me l'arecundeve sempre!"

Il cane di san Vito, quello che custodisce l'estate, come narrava anche mia nonna!

Si dice e si racconta, infatti, che questa bestiola allude non solo alla protezione del Santo dal morso degli animali (a motivo della vicenda agiografica del giovane Vito, un ragazzino di 13 anni originario di Mazara del Vallo, martire della fede nelle persecuzioni contro i cristiani, che fece resuscitare un bambino sbranato dai cani), ma soprattutto, riannodandosi a un'origine cultuale pre-cristiana, anche a una sorta di supervisione attribuitagli sull'estate che sta per entrare ("la staggione"), simboleggiata dal sorgere della stella Sirio, nella costellazione del Cane Maggiore (detta anche "lu Bbefocie", il bifolco), poco prima dell'alba.

In un momento cruciale per la vita del mondo rurale con l'approssimarsi del "tempo forte" della mietitura, san Vito (il cui dies natalis viene il 15 giugno) stava a proteggere il raccolto dalle follie dell'estate, tenendo appunto a bada il cane che rappresenta questa stagione (a ben vedere anche la "canicola", il forte caldo estivo - associato sempre alla stella Sirio e al periodo in cui essa si leva con il sole - può dare alla testa e nuocere alle coltivazioni).

Non è un caso, pertanto, che il Santo è invocato anche per la protezione contro la corea (il cosiddetto "ballo di San Vito"), una sorte di encefalite che provoca scatti repentini e scoordinati dei muscoli e che prende soprattutto i giovani, nonché contro la letargia e l'epilessia.

San Vito con il cane è dunque custode dell'estate, che è introdotta dalla festa solstiziale del san Giovanni Battista il 24 giugno, tra qualche giorno, e san Giovanni Battista (che, per altro, ha perso la testa) è stato uno dei santi patroni di Rosciano di cui si abbia memoria certa.

Ampio e articolato sarebbe il discorrere (come, ad esempio, sulle influenze cistercensi lungo le località toccate dal Tratturo nelle abbazie e chiese dedicate a san Vito - es. a Forca di Penne, a Brittoli, a San Salvo e, attraverso quest'ultimo cenobio sul Trigno, di riflesso anche a Catignano nella chiesa della Natività di Maria, ovvero nella vicina Nocciano, dov'è presente una bella statua processionale del 1800, ecc.), ma talvolta dimentico che questo è pur sempre un semplice post divulgativo; in ogni caso vi sono motivi più che sufficienti perché san Vito sia stato raffigurato nel Pantheon del mondo medievale e rurale roscianese, come uno dei principali Santi Ausiliatori.

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