GIAMPIERO MARGIOVANNI PRESENTA OSSA

MARCO TABELLIONE / VEN 15 LUGLIO, 2022 / RECENSIONE / CULTURA

Giampiero Margiovanni

Racconti mozzafiato, sempre sull’orlo del surreale, caricati da una buona dose di humour. Sono i racconti di Ossa (Il viandante) di Giampiero Margiovanni giovane scrittore di Atri, autore tra l’altro anche di un precedente romanzo Sogni nelle Lacrime pubblicato da Tabula Fati, storia di una nonna coraggio che protegge i suoi nipotini da un infame rapitore. Romanzo a proposito del quale Margiovanni non nasconde il riferimento ad Ammanniti, grande scrittore di storie dell’infanzia, si pensi al celebre Io non ho paura, romanzo che lo scrittore di Atri ha tenuto presente per unire il thriller con la fantasia e la magia tipiche del mondo dell’infanzia. Un romanzo di formazione dunque quello d’esordio di Margiovanni, che lo ha visto alle prese con il difficile rapporto tra il mondo innocente dei bambini e quello crudele e spietato, violento a volte, degli adulti. Con Ossa però la prospettiva di Margiovanni è cominciata a cambiare, e ciò che nel primo lavoro narrativo costituiva uno sguardo incantato sul mondo, filtrato dagli occhi innocenti di bambini ed anziani, ora diventa invece la visione cinica del mondo adulto, sorpresa nei suoi aspetti aggressivi ma a volte anche grotteschi e comici. In un certo senso il giovane autore ha dirottato la sua vena narrativa verso un humour nero di ottima fattura, pieno di riferimenti a personaggi dubbi, eticamente riprovevoli, se non apertamente criminali. Il mondo degli adulti, crudo e agonistico, che restava sullo fondo nel primo romanzo, o che comunque veniva considerato come il contraltare, l’altro polo del reale che incarnava il male, ora è diventato l’unico spazio, l’unico polo esplorato da Margiovanni, e quasi elevato a dimensione metaforica del male. L’obiettivo ovviamente è da un lato quello di aumentare la suspense sul lettore, tecnica che Margiovanni ha imparato a gestire in modo mirabile, ma dall’altro anche quello di sollevare delle questioni se non di morale, comunque legate al problema della cattiveria umana. I suoi tipi psicologici infatti rappresentano quanto di più spregevole a volte può capitare di incontrare, e dunque rappresentano in negativo figure e livelli che una buona evoluzione umana dovrebbe riuscire a superare. Insomma dalla dimensione favolistica del primo romanzo a quella inquietante ma illuminante dell’antologia di racconti, Margiovanni esplora l’animo umano, alla ricerca di valori, magari spunti e riferimenti, o solo una porzione di lucidità dalla quale e con la quale cercare di offrire una chiave di lettura di un mondo sempre più difficile e complesso. Lontano da falsi moralismi retorici, lo scrittore recupera però una visione etica indiretta, e tanto più autentica quanto più indiretta e quasi non voluta. È l’idea che si possa tornare a creare atteggiamenti spontanei e vite autentiche, senza inficiare la tranquillità pubblica, senza rompere l’accordo che è alla base delle società. Leggere ciò tra le righe di Ossa, è un modo per rendere ancora più memorabile un libro comunque scritto con il cuore.

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