ALESSANDRO MORELLI.
04 marzo, 2022 - Cultura.
UNA FINESTRA SULLA REALTA’ SOCIOECONOMICA PIANELLESE
Tra il mese di novembre e quello di dicembre del 1881 nacque il periodico bisettimanale “L'Abruzzo”.
La nascita del giornale fu caldeggiata da Enrico Sappia De Simone (Henri Sappia, n. 1833 – 1906, intellettuale nizzardo, scrittore e giornalista) che impiantò la stamperia, tra numerose difficoltà, a Castellamare Adriatico. L'editore fu il marchese di Casalincontrada, Gesualdo de Felici, che in virtù delle elezioni del 29 ottobre 1882 cercò di ritagliarsi uno spazio sulla stampa locale per poter aspirare ad una candidatura politica, con velleità ed ambizione, del giovane pianellese, che non fu mai ufficializzata per diversi motivi politici e personali.
L'attivismo culturale emergente fece da sfondo allo sviluppo delle stamperie ed aziende tipografiche abruzzesi.
Il giornale, con alterne vicende, fu stampato dapprima a Chieti per i tipi di Giustino Ricci e successivamente, fino al 1883, presso La Tipografia Dell'Abruzzo, presso la stazione ferroviaria accanto all'albergo Leon d'Oro,n. 752, 753, 754.
L'amministrazione del giornale, che gestiva la contabilità, la pubblicità e gli affari legati alla distribuzione, aveva sede a Pianella, con a capo il sig. Nazzareno Ferri, uomo di fiducia del marchese.
Alla direzione del giornale figurava l'avvocato Francesco Ciccarelli (1881), in seguito la stessa passò a Nicola Poillucci ed infine, come gerente, a Cetteo Pellegrini (fig. 4, 8 ottobre 1883); il Sappia, da “artefice” di un progetto editoriale e “politico”, fu relegato a collaboratore “occasionale” e “consigliere politico”, non ottenne l'incarico prestigioso di direttore della testata dal marchese, pur conoscendo la tecnica e l'arte tipografica ed il contesto politico abruzzese, (in particolar modo quello teramano che portò al successo alle elezioni politiche di esponenti della Sinistra storica abruzzese l'on. Luigi Patrizi e l'on. Settimio Costantini nel 1882) nonostante fosse stato l'ideatore del periodico di matrice progressista vicino alle fasce più deboli.
Enrico Sappia de Simone soggiornò a Pianella sul finire del 1881 e, in maniera discontinua, fino al 1886, studiando presso archivi privati dove consultò molti importanti manoscritti inediti che lo portarono a scrivere Appunti sui Popoli Plenilenses e Pianella, pubblicati a puntate su “La Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere e Arti” (1889-1891).
Su ogni fascicolo, del bisettimanale “l’Abruzzo”, trovavano posto articoli con argomenti di politica nazionale, regionale, problemi sociali, asterischi polemici, cronaca varia, cultura, arti figurative, musica, viaggi, letteratura, viabilità e trasporti in Abruzzo, notizie sull'arte ceramica di Castelli e l'esigenza di rinnovamento artistico del settore con la realizzazione di una strada di collegamento, idea sostenuta dall'on. Giuseppe De Riseis e, non da ultimo, notizie su Pianella, che offrono uno spunto di approfondimento, finora poco battuto, sulla vita paesana della fine dell'Ottocento. Questo campo di indagine, finora poco battuto, riporta in alcuni esemplari consultati delle annate 1882-1883, notizie riguardanti la fiera di bestiame di S. Angelo del 1883, gli uffici della nuova Pretura al primo piano della sede comunale, la recensione positiva fatta da Domenico Gatti (1816-1891) — docente di tromba e cornetta al Conservatorio di Napoli, famoso compositore ed uno dei maggiori esperti dell'epoca di bande italiane — ai 36 giovanetti della banda municipale di Pianella nell'esibizione di Torremaggiore sotto la direzione del maestro Marchetti, notizie sulla viabilità interna, e numerosi episodi di cronaca locale.
Nel corso degli anni Ottanta dell'Ottocento ci fu uno slancio culturale dinamico e vivace di grande importanza per il giornalismo delle città e delle periferie.
Le fonti giornalistiche abruzzesi dell'Ottocento, studiate a partire dagli anni '70 del Novecento, sono espressione di classi dirigenti e di intellettuali che hanno partecipato alla vita politica, amministrativa, economica e sociale della regione adriatica.
Il quadro che emerge dal periodico abruzzese, a dispetto di un certo immobilismo della grande proprietà terriera, è quello di un paese vitale che annoverava una fiorente Società Operaia di Mutuo Soccorso che approvò – il 13 febbraio 1881 – lo Statuto sociale con oltre 300 soci (stampato a Torino presso G. B. Paravia), una famosa banda musicale, una biblioteca circolante, diversi esercizi commerciali ed attività artigianali, una banca. Il paese aveva accresciuto il numero della popolazione rispetto alla prima metà dell'Ottocento, ed una buona parte della popolazione era impegnata nell'olivicoltura e nel suo indotto, aveva due fiere ed un mercato del venerdì (1869).
Gesualdo III de Felici (Pianella, 1853 – Roma, 1914) entrò in contatto con l'ambiente mazziniano e garibaldino ed ospitò nel suo palazzo Enrico Sappia de Simone in segno di amicizia.
Lo stesso commendatore Camillo de Felici fu collezionista di cimeli garibaldini.
Gesualdo si adoperò per l'istruzione dei giovani pianellesi e per la premiazione degli alunni meritevoli, come già suo padre Nicola fece nel 1876. Da filantropo si prodigò per il progresso del suo diletto paese.
Sposò nel 1881 a Chieti Silvina Olivieri Cambacérès.
Mecenate della banda musicale, fu presidente nel 1885 e nel 1886 della Banca Popolare Cooperativa di Pianella.
Si adoperò per la ferrovia a scartamento ridotto Penne-Alanno per raggiungere Roma in modo agevole.
Sulle pagine del periodico nel 1883 apparve un interessante articolo sull'importanza dei collegamenti ferroviari dell'entroterra: due erano le proposte da valutare dai comuni interessati:
il tracciato Penne - Alanno-Roma, sostenuta dal periodico (rectius dal de Felici), e la linea Penne-Montesilvano, appoggiata dall'altro pianellese Giacinto Paolini Capponi e realizzata nel Novecento, diversi anni dopo, grazie all'onorevole Giacomo Acerbo.
Giacinto Paolini Capponi, già sindaco di Pianella e per diversi anni Deputato Provinciale, per due volte vicepresidente del Consiglio, molto noto nella provincia di Teramo, dal carattere forte, il battagliero del Consiglio provinciale, animò la vita politica pianellese fino al 1884.
In alcuni numeri consultati de “L'Abruzzo” ho rintracciato alcune rare pubblicità (figg. 1,2,3) che testimoniano la vitalità del tessuto socioeconomico di Pianella, un paese ricco di iniziative e di fermento seppur ancorato al passato per molti versi ed il crollo dei prezzi legati all’agricoltura favorì l’emigrazione di molti pianellesi tra il 1860 ed il 1915, che cercarono di migliorare le condizioni di vita e di lavoro.
Il 28 aprile 1878 moriva a Pianella, sotto la tutela del marchese Nicola de Felici, Francesca Tribuni Leognani Fieramosca, contessa di Civitaquana e di Mignano, discendente del famoso condottiero Ettore Fieramosca, eroe della Disfida di Berletta.
Le principali attività sul finire dell'Ottocento erano legate all'agricoltura, in particolare la produzione dell'olio d'oliva con circa 12 trappeti, (molti dei quali impiantati nel XIX sec.) alla lavorazione dei fichi secchi, alla coltivazione del grano e dei legumi. L'attività molitoria nei mulini de Sanctis e Falcone (mugnai) sul Fosso Rio e degli eredi Sabucchi e Pasquarosa Cilli (affittuaria nel 1874) sul torrente Nora,
Il 25 luglio 1878 il mulino di Piano di Coccia passò al Comune di Rosciano.
Nel 1874 erano presneti due pastai Achille Acciarini e Francesco Giusini.
Una fabbrica di maccheroni fuori Porta Santa Maria, i coltellai, i pannacciai, una tintoria, sarti, calzolai, falegnami, fornaciai (Ciampoli, Adriani). Il barone Camillo de Felici introdusse la coltivazione del sesamo orientale per estrarre l’olio.
Erano presenti alcuni caffettieri ed una Osteria, ed un rappresentante locale, Luigi Tribuzi, di macchine da cucire di un noto marchio internazionale del settore.
Nel 1886 un litro di olio costava £1.50.
Di grande importanza era il torrente Nora come luogo di supporto ai commerci per le comunità locali, alla pastorizia, ai piccoli scambi, alle trattative, ed al baratto, che lambiva la parte finale di una Strada dei Butteri e di una Via dei Mulini che nasceva nei pressi di Civitaquana. I regimi fiscali incidevano in maniera sostanziale sulla rendita fondiaria della terra.
Il 25 gennaio 1885 ci furono proteste molto accese contro un'imposta chiamata “focatico” con un assalto al palazzo del Comune. La popolazione spesso falcidiata dalla fame e dalla malaria.
Vincenzo Bufarale, in una nota indirizzata al marchese de Felici (Biblioteca provinciale M. Delfico, fondo L. de Felici) intestatario della rivendita “sale e tabacchi”, riforniva, l'8 luglio 1887, il nobile di sigari, cerini e giornali.
Nell'entroterra pescarese era anche presente l'industria cartaria in località Cartiera dell'imprenditore Vecchi in rapporto di affari con il marchese Nicola de Felici.
A Penne, Loreto Aprutino “interessante città-laboratorio tipografico tra l'Otto ed il Novecento”, Tocco da Casauria erano presenti officine tipografiche.
Pianella alla luce di questo studio, che merita un approfondimento, fu per pochi anni “teatro” di una esperienza giornalistica importante sostenuta con gli sforzi economici di una cospicua famiglia e di un lavorìo intellettuale di personaggi di non secondaria importanza nel panorama regionale (pur non disponendo di una tipografia locale,cfr. R. Colapietra, Micr. Abruzzese: Pianella,1988).
Una avventura editoriale di breve durataoggi fonte per la ricostruzione delle vicende storiche del nostro passato.