Enrico Sappia, Gesualdo De Felici e il “trono”

di Elso Simone Serpentini

Enrico Sappia, con il nome di prof. Enrico Sappia De Simone, si è trasferito a Pianella, nel palazzo del marchese De Felici o, come è assai più probabile, in una sua “dépendance”. Da qui manda dei biglietti, anche notturni al suo nuovo ospite, con riferimenti non sempre comprensibili, come quello alla "Segreteria del Petrolio, Nitroglicerina ecc. ecc.". In uno dei suoi biglietti doveva essersi lamentato della mancanza nella stanza dove dormiva di un vaso da notte, così il marchese glielo manda, ma con modalità davvero singolari, portato da un messo accompagnato da una rappresentanza della famosa banda di Pianella che suona un allegro motivetto. Sappia risponde con un altro biglietto, del 23 ottobre 1881, in cui ringrazia scherzosamente dell’invio del “trono” (come viene chiamato nel gergo pianellese il vaso da notte) il suo ospite per essersene privato lui.

Questo il testo del biglietto:

Pianella 23 Xbre 1881(52)

Segreteria del Petrolio, Nitroglicerina, ecc.ecc.

Ill.mo. Signor Marchese,

fra i concenti armoniosi ricevo il trono suo, di cui Ella si spoglia, a cui rinuncia, perché sul medesimo io segga ed imperi. La sia persuasa che io non farò scomparire l’altissimo trono, e dalla sommità del medesimo saprò dettare le leggi che i nobili dei tempi passati non conobbero. […] Ed ora salgo sul trono, e da quella sublime altezza circondato da quanto piace quaggiù, rinnovo i miei augurii, e porgo i miei sinceri e vivi ringraziamenti a chi, come Lei, sa interpretare così nobilmente i sentimenti del suo devoto E. Sappia De Simone”, Ma il marchse Gesualdo De Felici è un giocherellone ed ama fare degli schizzi con la sua penna, così ne manda uno ad Enrico Sappia in cui raffigura il momento dell’arrivo del “trono” in pompa magna, accompagnato dai musicisti, mentre il barbuto Sappia lo attende davanti alla porta. Sotto scrive, beffardo. “L’arrivo del trono a S.S. Papa Enrico XVI”. Di traverso, dal basso in alto, pone un’altra scritta “Padre Alessandro che mostra il trofeo al Prof.re” e, in cima, un’altra, che dice: “Ricordanza del 23 ottobre 1881”.

Per adesso sono amici, Sappia non sa che, per sfuggire alla furia del marchese, una notte del 1886, dovrà scappare in fretta e furia e di nascosto da Pianella, lasciandola per sempre e lasciandovi i suoi libri e i suoi appunti sulla storia del paese dove è restato per cinque anni.

+ Il biglietto di Sappia è conservato presso la Biblioteca “M. Delfico” di Teramo, Fondo De Felici, lo schizzo fa parte della collezione di Corrado Anelli.

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