DIEGO TROIANO.
Questo articolo nasce dalla testimonianza che ho raccolto dalla signora Maria Toro, di 80 anni, e che viene riportata nella forma e nelle espressioni, così come è stata raccontata.
A circa 13 km da Pescara, nell'entroterra vi e' Castellana, una piccola frazione del comune di Pianella (PE). In questo luogo da tempo antico, si venera un'immagine della Madonna: una scultura linea del XII secolo. La Madonna, definita spesso "miracolosa", ha sempre attirato, soprattutto in tempi passati, una gran quantità di fedeli dei paesi vicini. La statua è avvolta da un'aura "mistica e misteriosa", tanto che nessuno osa spostarla dalla nicchia dove è riposta. Molte sono le superstizioni che si inseriscono in una certa religiosità di carattere popolare.
Si racconta di un uomo salito per pulirla dalla si racconta di un uomo salito per pulirla dalla polvere, d'un tratto s' è rotta la scala ed è caduto. Una donna, sempre con una scala, voleva baciare la statua ma a metà della scala non è riuscita ad andare oltre e scese.
Un sacerdote che un giorno disse di voler togliere dei fiori di plastica vecchi e impolverati messi nella mano della Madonna, dopo qualche tempo mori'.
All'inizio di questo secolo, l'otto settembre, giorno della sua festa, non si sa per quale motivo, la festa non fu fatta ed i fedeli mentre si trovavano tutti in chiesa per la messa, furono terrorizzati da un terremoto e da un temporale con grandine e scappando fuori calpestarono una giovane ragazza. Allora un vecchio disse: " Oggi è il giorno della Madonna, noi non le abbiamo fatto la festa e lei non ci voleva far uscire dalla chiesa".
La leggenda che mi ha presto a raccontare inizia proprio con un terremoto.
Si racconta che Castellana un tempo era "nu pajese tande bbelle", ma venne un terremoto e fu distrutta. Crollarono tutte le case tranne una che si trovava nel posto chiamato oggi Catena. Passarono gli anni... dopo molto tempo vennero "li pecurile a pasce le pecure".
Venne una famiglia con un padre, una madre e dei figli. Questa famiglia era povera e mandava i bambini a pascolare le pecore. Loro andavano in un posto dove c'erano dei cespugli. I bambini piangevano per la miseria che c'era … quando un giorno, da sotto i cespugli uscì una donna e chiese: perché piangete? E le bbardisce: steme a piagne pecché tata' ci mene che ne vuleme pasce li pecure, e a nu'ci te'fame, avem'a da magna'. Allora i bambini tornarono a casa e dissero: "A tata' a nu ci jesce na femmina e vo' vide' a la mamme e a lu padre".
Il padre allora: "Vu nne vulete pasce le pecure ....., e ji vi mene". E na vote e du'e tre e quattre...., allora andarono a vedere. Andò prima il padre e poi la madre.... Andarono e il padre chiese:
"Ma, bbona donne tu chi sì? "Io sono una donna e sono uscita ai tuoi figli.... e voi a li bbardisce n'i j davete a mina'cchju'... E lu patre n'j a minate cchju'.
In mezzo a questi cespugli c'era una "stanziella" che ci capeje na femmene", e questa "stanziella" poi fu trasformata in una chiesa che, più volte rifatta, è arrivata fino a noi".
Una variante di questa leggenda dice che la Madonna apparve seduta sopra un "albero di fico".
Un' altra, invece, studiata e riportata in un articolo da Francesco Verlengia (La tribuna 27 gennaio 1937), parla del rinvenimento, in tempi antichi, di una "statua'" sopra un albero, nel posto dove ora sorge la Chiesa e i castellanesi per venerarla le eressero prima una piccola cappella e poi una chiesa che, modificata e rifatta, è arrivata fino ai nostri giorni.
Interessante è che, secondo Francesco Verlengia, il rinvenimento della statua è legato al periodo che segue la lotta iconoclastica (distruzione dell'immagine), quando, per salvare le immagini sacre dal distruzione, furono nascosti e in seguito, grazie al Concilio Ecumenico di Nicea del 787 (sec. VIII) questa lotta contro le immagini sacre fu abolite e si ritrovavano le statue prima nascoste. Prestando fede a questa consegue che l'attuale statua della Madonna non è la primitiva, in quanto per i suoi canoni stilistici quella conservata fino ad oggi la si fa risalire al XII secolo.
Un'altra ipotesi è che la statua possa essere stata nascosta per la salvare per salvarla da un pericolo, come ad esempio un'incursione saracena. Sono infatti famose le scorrerie dei turchi che distruggevano interi paesi depredando anche le chiese. In un secondo tempo la strada potrebbe essere stata casualmente ritrovata.
Mentre la prima leggenda parla dell'apparizione della Madonna e del rinvenimento della statua la seconda palla dei prodigio avvenuti durante la costruzione della chiesa.
Si racconta che durante la costruzione della chiesa (non si sa però di quale se di quella del 1782 o della precedente) i muratori durante la giornata orientavano la facciata a mezzogiorno, verso Chieti, e la mattina seguente la trovavano rivolta verso Pianella. Una variante della leggenda parla della statua, che la mattina trovavano rivolta verso Pianella, al contrario di come era stata lasciata, cioè verso Chieti.
Visto che l'ingresso principale continuava nelle notti a chiudersi dove essi l'aprivano ed aprirsi dove lo richiudevano, i Castellanesi, convinti che ciò avvenisse per volere divino, deciso di costruire la facciata verso Pianella. Per questo ogni martedì di Pasqua di Resurrezione si recava una processione detta della Ciammarichella, da Pianella a Castellana e tutt'oggi a Castellana si ricorda l'avvenimento anche se la processione, e la solennità che questa ricorrenza aveva in passato si sono perse nel tempo.
All'origine di questa leggenda, senza ombra di dubbio, c'è un motivo più terreno che è divino cioè la controversia tra Chieti e Pianella per il controllo di questo territorio. Ricordo a proposito che in passato Castellana, Cerratina, Astignano, Cepagatti e Villanova, pur appartenendo all'area a pianellese, hanno sempre avuto feudatari chietini. i vari rami della famiglia Valignani possedevano Castellana, Villanova, Cepagatti, e Astignano apparteneva alla Mensa Vescovile di Chieti.
Ringrazio l'ottantenne Maria Toro per il racconto delle due leggende, ma più di tutto perché è riuscita a conservare e tramandare....
TRATTO DEL PERIODICO DI INFORMAZIONE - POLITICA - CULTURA - SATIRA DI PIANELLA - ANNO II - N. 4 - IV BIM. 88'. PAG. 4 - L'OFFICINA.