Mario Nardicchia. Numerose sono le forme di esercizio e di espressione artistica: la più suggestiva, la più scintillante e scoppiettante è senza dubbio la 'pirotecnica'. "Fuochi d'artifizio" come "Opera d'arte": l'intuizione l'ebbe il 'romantico' ligure Edmondo de Amicis (1846-1908) -autore del famoso romanzo per ragazzi: "Cuore", descrivendo nel suo articolo apparso sulla "Tribuna" dell'8 settembre 1902, n. 250, la figura e l'arte di Pasquale Baiocchi, abruzzese di Città Sant'Angelo: «E perché no? Chi oserebbe negare che Pasquale Baiocchi sia un artista, e chi disprezzare un'arte che tiene per un'ora centomila spettatori immobili, facendoli prorompere in grida di meraviglia e di piacere, come ad un grande spettacolo della natura? [...] Eh via, è un'arte bella per tutte le età, e don Pasquale un artista ammirabile per tutti gli uomini sensati. [...] L'umanità, o signori, non farà mai di meno dei fuochi d'artifizio, come l'infanzia non rinunzierà mai ai giocattoli».
Pasquale Baiocchi nacque a Città Sant'Angelo il 12 agosto 1847 da Lindoro e Clorinda Cicoria di Collecorvino. Traiamo queste notizie dal volumetto "Pasquale Baiocchi il Re dei Fuochi", curato da Luigi Innamorati, edito da 'Nuova Provincia' -Pescara Riv. Castellamare -ottobre 1930 -VIII. Frequentò il ginnasio a Chieti ma, ancor giovinetto, s'infervorò per le imprese di Giuseppe Garibaldi e si arruolò volontario indossando per due anni la camicia rossa di 'garibaldino', partecipando così anche alla lotta contro lo Stato Pontificio, nonostante il biasimo dello zio canonico don Vincenzo Verrotti. Nel 1869 fu inviato dalla famiglia a Napoli, al Conservatorio di San Pietro a Maiella, per perfezionarsi allo studio del violino. Ma la sua passione restavano i 'fuochi pirotecnici' e, tornato a Città Sant'Angelo, nel 1871 aprì un laboratorio nel Rione Casale, nel centro abitato, che saltò in aria per imperizia dei suoi operai. Baiocchi non desistette ma, anzi, fu notato da colleghi della sua stessa arte e, ben presto, fu chiamato ad esibirsi in Puglia, nelle Marche, in Piemonte - a Torino conoscerà Edmondo de Amicis- Toscana, Sicilia, Lazio. La svolta arrivò il 13 agosto 1883 quando, chiamato ad esibirsi per la festa di San Cetteo a Pescara, sfoderò tutte le sue nuove invenzioni in aria e, soprattutto, in acqua per la prima volta sul fiume Pescara. Con il successo il Comune di Città Sant'Angelo gli mise a disposizione un pezzo di suolo pubblico nei pressi della Chiesetta della Madonna delle Grazie ove sorse un moderno laboratorio che dava lavoro ad una decina di operai.
Nel 1884, in occasione dell'Esposizione Nazionale di Torino, fu indetta la prima gara pubblica per tutti i pirotecnici d'Italia e il Baiocchi, ovviamente, partecipò: risultò primo per aver lanciato bombe del peso di mezzo quintale da una bocca di fuoco fatta costruire ad hoc e denominata "Vesuvio", con effetti di luce sbalorditivi. Vinse la Medaglia d'Oro, una Bandiera d'Onore, 2.500 lire in denaro. Ormai tutte le grandi città d'Italia se lo contendevano; si esibì con successo anche per le Nozze Reali del Duca d'Aosta con la Principessa Letizia celebrate a Torino l'11 settembre 1888. Il De Amicis lo definì « il re delle bombe, il signore del fuoco, il dio Loge della pirotecnia». L'ultima esibizione avvenne a Teramo, il 4 luglio 1907; il giorno 10, lui presente, il glorioso laboratorio di Città Sant'Angelo saltò in aria. Fu la fine...Perirono in sette: Pasquale Baiocchi Direttore Pirotecnico, insieme a Giovanni Balestra, Antonio Civitella, Nicola Starinieri, Domenico Tordone, Giuseppe Tordone, Attilio Tordone.
Non fu questa l'unica strage dell' 800; il canonico letterato cepagatense don Rafaele d'Ortensio (1807-1881), nel suo "Elogio di San Rocco" letto nella Chiesa Parrocchiale di Cepagatti il 16 agosto 1872 e pubblicato nel settembre dello stesso anno da Giustino Ricci di Chieti, ci ricorda un altro 'martire' della propria Arte: «Né voglio che trapassi da me il ricordare i brillanti fuochi artificiali, e i plausi iterati a quel martire della sua Arte, Pietro de Crescenzi da Loreto Aprutino, che nell'armonia, varietà, e finezza dei colori, nella grazia del concetto artistico mostra quel che l'ingegno, e l'Arte in lui poteano».
Rafaele d'Ortensio ci tramanda anche un'usanza ormai estinta, quella del «Cavallo mostro» scoppiettante che attraversa le vie del paese, probabilmente derivante dalla mitologia nordica, ove 'Loge' (Richard Wagner -1813/1883- lo mette in musica ne "L'anello del Nibelungo", una sequenza di note 'scoppiettanti', un "impulso vitale creativo" che sfocerà nella filosofia del 'superuomo' di Nietzsche e del nostro Gabriele D'Annunzio) è sinonimo di 'astuto dio del fuoco', e il cavallo abbinato al fuoco è -per i Wikinghi- elevazione al cielo, al paradiso, al "Wahalla". Sentiamo il canonico: «E mando un saluto dal cuore al gentile Architetto di quel Cavallo-mostro, cui l'Artefice istesso, nell'enorme utero imprigionato, cacciava al corso, folgorando e tuonando».
Ma la sinfonia per eccellenza dedicata alla pirotecnia fu composta dal grande Friederich Haendel (1685-1759): "Musica per reali fuochi d'artificio" (Royal Fireworks Music), una suite orchestrale commissionata da Giorgio II di Gran Bretagna per festeggiare il "Trattato di Acquisgrana" (18 ottobre 1748) che metteva fine alla Guerra di Successione Austriaca; lo spettacolo andò in scena al Green Park di Londra il 26 aprile 1749: la macchina per i fuochi ed il palco per l'orchestra furono allestiti da Giovanni Niccolò Servandoni e l'artista pirotecnico fu Thomas Desguliers. Oggi tale tipo di spettacolo sta tornando di moda: è la "Piromusica". Hanno dato il loro contributo numerosi artisti con la loro voce e le loro composizioni, da Luciano Pavarotti ad Ennio Morricone, a Il Volo: è in questo tipo di spettacolo che appare in tutta evidenza la maestria del "fuochista", la tempistica dei botti, i colori, i luccichii a ricaduta; il tutto al passo ed in armonia con la musica. L'elenco delle vittime del dio Loge, Martiri della propria Arte pirotecnica, si è allungata sino ai nostri giorni a tutti loro va un pensiero riconoscente da parte di chi sa apprezzare questa forma espressiva, quando messa in campo con tutta sicurezza e senza inopportune esagerazioni.https://www.facebook.com/v5.0/plugins/share_button.php?app_id=225951590755638&channel=https%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fx%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2F%3Fversion%3D46%23cb%3Df1d0e8d185f2274%26domain%3Dparolmente.webnode.it%26origin%3Dhttps%253A%252F%252Fparolmente.webnode.it%252Ff1fabd09f7d043c%26relation%3Dparent.parent&container_width=808&href=https%3A%2F%2Fparolmente.webnode.it%2Fl%2Fartisti-fuochisti-elogio-del-dio-loge-e-la-piromusica-mario-nardicchia%2F&layout=button&locale=it_IT&sdk=joey&size=largehttps://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.06c6ee58c3810956b7509218508c7b56.it.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=it&original_referer=https%3A%2F%2Fparolmente.webnode.it%2Fl%2Fartisti-fuochisti-elogio-del-dio-loge-e-la-piromusica-mario-nardicchia%2F&size=l&text=Artisti%20Fuochisti%3A%20Elogio%20del%20dio%20%E2%80%9CLoge%E2%80%9D%20e%20la%20%E2%80%9CPiromusica%E2%80%9D%26nbsp%3B%20%3A%3A%20Parolmente%20Blog%20di%20Pianella%20e%20dintorni%20Abruzzo&time=1624637147214&type=share&url=https%3A%2F%2Fparolmente.webnode.it%2Fl%2Fartisti-fuochisti-elogio-del-dio-loge-e-la-piromusica-mario-nardicchia%2F&via=webnode