Anniversario di Vittorio Pepe, “lo Strauss d'Abruzzo”

Una composizione inedita dedicata a Ginevra Sabucchi di Pianella

REMO DI LEONARDO.

Nel 2023 ricorre l’anniversario della nascita di Vittorio Pepe (nacque a Pescara il 23 luglio 1863 e vi morì l’8 dicembre 1943) musicista e compositore.

 Ho voluto ricordarne la memoria, offrendo ai lettori di Lacerba un ricordo della vita e dell’arte di un protagonista dell’arte musicale, florido e notissimo tra gli ultimi due decenni dell’Ottocento ed i primi del Novecento con una scoperta di una mazurka per pianoforte dedicata ad una giovane pianellese.

Vittorio Pepe nacque il 23 luglio 1863, a Pescara da Giuseppe e da Rachele Carabba; fu battezzato nella chiesa di S. Cetteo con i nomi Vittorio, Camillo, Giuseppe. La sua famiglia era socialmente fra le prime della piccola Pescara, che a quei tempi contava all'incirca poco meno di 4000 abitanti; la sua abitazione era nei pressi del Circolo Aternino, in Piazza Garibaldi) probabilmente al numero civico 28.

Vittorio era uno dei più amati compagni di Gabriele d’Annunzio (Gabriellino), col quale scherzava e giocava tutti i giorni, sulle sponde del fiume e alla Pineta. Aveva mostrato temperamento musicale già durante la frequentazione dell'asilo-scuola delle sorelle Delgado e il ciclo delle elementari con i maestri Eliseo Morico e Giovanni Sisti.  Frequentò un ambiente pianistico composto da docenti di chiara fama: Costantino Palumbo per il pianoforte e Nicola D’Arienzo per la composizione.

Usava per le sue prime esercitazioni una vecchia spinetta. Appena dodicenne si iscrisse al Conservatorio S. Pietro a Maiella di Napoli. Da subito gli capitò di frequentare un ambiente pianistico composto da docenti di chiara fama. Si diplomò nel 1885 e lo stesso d'Annunzio dette pubblica notizia sul giornale “La Tribuna” del 12 agosto inserendo l'evento in una mondana cronaca di Pescara. Entusiastici furono i successivi commenti del Vate sulla sua iniziale produzione artistica, invero intensa e ben recepita anche da esperti musicologi.

Originalità, sensibilità, fantasia accompagnarono le produzioni musicali di questo autentico artista. L'ingresso “fra gli eletti” del Cenacolo Michettiano, a fianco di Francesco Paolo Tosti, fu solo un tassello del prestigio che andava pian piano accumulando. La frequentazione del Convento era iniziata quando ancora era studente, e proseguì anche dopo, come testimonia una lettera che Pepe il 6 ottobre 1883 inviò al musicista e pittore Paolo De Cecco, in cui appare insofferente dell’ambiente pescarese che “gli fiacca e gli sfibra il cervello” anche se poi finirà con lo scegliere di rimanere proprio lì. Il musicista De Cecco era un amico del Marchese Gesualdo de Felici, il quale gli commissionò una riduzione del Miserere teatino di Selecchy come segnalato da Alessandro Morelli.

Scriveva d'Annunzio all'amico, conoscendo bene il suo carattere “...Tu, che sei una natura così signorilmente squisita di artista, tu farai molto, andrai molto avanti. Getta via lungi da te tutti i timori, tutte le timidezze, tutte le esitazioni: sii audace, sempre audace, non ti stancare mai di cercare, di tentare di provare. La via dell'arte è lunga e scabra ed erta: per salirla ci vogliono lombi armati di valore. Tu hai una intelligenza fine ed una cultura non comune; ti manca lo spirito irrequieto delle 3 imprese”.

Dopo essere stato a Milano ed aver avuto la fortuna di avere Ricordi come editore, si era ritirato in Abruzzo e aveva avuto successo come direttore d'orchestra e compositore di brani soprattutto pianistici, potendo godere tra l'altro della stima di Gabriele d'Annunzio che lo aveva proposto alla guida della corporazione. Scartata la professione di concertista, Pepe si dedicò all'insegnamento privato di Pianoforte, composizione, armonia e contrappunto a Chieti e a Pescara frequentando spesso lo studio fotografico del cugino Cetteo (sul quale pochi sono gli studi editi finora) e molti amici.

Nel luglio del 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò una competizione aperta ai giovani compositori italiani invitandoli a presentare un’opera inedita in atti che sarebbe stata giudicata da una giuria di preminenti critici. Vi partecipò anche un giovane pescarese, Vittorio Pepe, con “Il paggio Isoliero”. La vittoria fu di “Cavalleria rusticana” del Mascagni. Tra i primi dieci si inserì a pieno titolo Vittorio Pepe il quale, si classificò al nono posto, con disappunto di d’Annunzio.

Il 28 luglio 1887 a Pescara dirige la nuova Società Orchestrale eseguendo il brano di Lauro Rossi che era stato direttore del Conservatorio. 

Tra il 1888-1893 Vittorio Pepe, soprannominato lo Strauss d'Abruzzo, ebbe l’incarico di dirigere l’Orchestra del Teatro Fenaroli di Lanciano. Fu nominato Cavaliere della Corona d'Italia per meriti artistici e successivamente commendatore. Si racconta anche che si sarebbe fidanzato con una ragazza della città a cui dedica anche una composizione, ma la relazione non si concluderà con il matrimonio. Furono suoi allievi Michele Muzi di cui rimane una “Lady Godiva” e Cristo Sorrentino noto come l’anima musicale delle “Settembrate Abruzzesi” e da lui apprendiamo che Pepe era molto amato dai suoi allievi. Severo ed esigente chiedeva che il discente si dedicasse tutto alla musica e non ammetteva distrazioni.

Nel 1908 apparve, sulla rivista mensile illustrata Ars et Labor, la notizia di una composizione del Maestro “Vieni”, il cui ricavato andò all’erigendo Ospedale di Pescara.

Il 3 aprile 1913 fu nominato Cavaliere, con decreto, come riportato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia (ringrazio A. Morelli per la notizia).

Nel 1924 risultava a Pescara come Maestro di musica con un reddito netto di lire 1.000 (un reddito sopra la media di alcuni commercianti della provincia chietina e più basso di quello di noti imprenditori.

Nel 1933 e 1938 risultava operante a Chieti in Corso Marrucino, 154, come maestro di musica; gli altri colleghi erano Ciampella Tommaso (ricordato per il Miserere di Miglianico), Persiani Michele e Zappacosta Giustino (ringrazio A. Morelli per la segnalazione tratta dall’Annuariogenerale d'Italia e dell'Impero italiano).

Le composizioni

Rimangono di essa solo tre pezzi superstiti allo stato attuale: una mazurca “Pescara”, una marcia “Defilè alla pineta” e una polka “Sempre carina”. “La Polka del Fezio” ebbe un particolare successo e divenne un classico delle bande: lo conosciamo non dallo spartito che è andato perduto, ma da un articolo pubblicato da un giornale di Chieti “Il Fezio”. La natura delle sue composizioni da quel momento si adattò alle esigenze e all’influenza dell’ambiente locale. Non più sinfonie per grandi orchestre, ma musiche per bande, romanze, serenate e ballabili. Saranno proprio questi ultimi a procurargli la definizione di “Strauss d’Abruzzo”.

Popolarissimi furono il tango “La musica del Parrozzo” e il famoso “Trittico di balli” che aveva entusiasmato tutti come si evince da una cartolina che lo stesso Pepe scrive ad un suo amico di Chieti l’avvocato Rosica. E ancora “Fox trot sensuale “L’One stop della nostalgia” e i valzer per pianoforte “Abruzzo forte e gentile”, “Posillipo”, “Mergellina” e “Zingaresca” che d’Annunzio definisce “un po’ scarlattiana di fattura elegantissima... con un vivace ritmo di danza”. Anche “Duetto d’amore” composizione su tre gavotte: dodici romanze raccolte in un album fu giudicata positivamente dal Vate che la definisce “…meno originale, forse della Zingaresca, ma più affascinante”.

Da questo filone popolaresco e da musiche di carattere pubblicitario, cominciò a trarre una buona fonte di guadagno. La sua fortuna declinò intorno agli anni trenta perché ritenuto non più musicista di moda. La critica si dimenticò ben presto del musicista così da rendere difficile anche la ricostruzione del catalogo delle sue opere.

A tal proposito, ricevo la segnalazione dello studioso Alessandro Morelli in merito a due composizioni: una dedicata al famoso Liquore della ditta Barattucci “Al Corfinio / di G. Barattucci”, gavotta per pianoforte conservata presso la Biblioteca e Archivio musicale dell'Accademia nazionale di S. Cecilia - Roma (RM), ed una del 1937 a tema natalizio “La novena di Natale: Rapsodia natalizia Abruzzese per pianoforte”, Pescara, Arte Della Stampa di L. Stracca,  conservata presso la Biblioteca della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani - Gardone Riviera (BS).

Vittorio Pepe dedicò e intitolò una mazurka per pianoforte “alla distinta signorina Ginevra Sabucchi” di Pianella.

“Questa è la dimostrazione della vitalità dei salotti delle famiglie pianellesi dell’Ottocento” - spiega lo studioso Alessandro Morelli che continua: “a Ginevra Sabucchi fu dedicata un’altra composizione dal Maestro Riccardo Costantini dal titolo Capriccio alla Mazurka per le nozze con Giuseppe Di Clemente. Parallelamente alla banda musicale cittadina a Pianella il pianoforte diviene supporto essenziale per l’educazione musicale con insegnanti e docenti che potevano fare lezione e divulgare questa forma d’arte, nei salotti per l’intrattenimento mondano o in una dimensione intimistica”. La scoperta di questa composizione musicale per Pianella è un motivo di orgoglio anche nel ricordare la figura di Vittorio Pepe e il suo repertorioriportato nella pubblicità in IV copertina della stamparealizzata nello stabilimento litografico di Basilio Cascella.  Il fenomeno bandistico per le masse e le piazze non fu sconosciuto al Maestro, soprattutto nella fase iniziale del suo percorso artistico. Ringrazio la redazione per lo spazio dedicato”.

I suoi documenti e le sue carte vennero distrutti a causa del crollo della sua abitazione rendendo ancora più difficile la redazione precisa della sua biografia.

Ormai quasi isolato nell’ambiente di Pescara, il pianista moriva a 80 anni durante l’ultimo dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale l’8 dicembre del 1943 nella sua ultima dimora di Via Vittoria Colonna. La mattina, all’ora solita dalle 10 alle 13, venivano gli aeroplani a bombardare; il Maestro suonava il suo pianoforte e ai primi scoppi, invece di fuggire al vicino rifugio, rimase alla tastiera a sfidare il destino, ma una bomba colpì in pieno il villino travolgendo lui, gli spartiti ed il suo amato pianoforte. Il suo corpo fu rinvenuto solo un anno dopo con la rimozione delle macerie.

A lui è stata dedicata la via che costeggia lo Stadio della città. Ringraziamo, lo studioso dei personaggi musicali in campo abruzzese, Alessandro Morelli per la sensibilità e le notizie inedite che ci ha fornito.

LACERBA 29 LUGLIO 2023

BIBLIOGRAFIA

MARIO LUPINETTI, Un musicista di Pescara amico di d'Annunzio: Vittorio Pepe

Tracce, 2006 - dall’Archivio di Stato di Pescara.

MARIO LUPINETTI, Vittorio PEPE, Dizionario Gente d’Abruzzo, Dizionario Biografico, a cura di Enrico Di Carlo Andromeda Editrice. Gennaio 2007 Grafiche Bieffe Recanati (MC)

ANTONIO PIOVANO, Immagini e fatti dell'arte musicale Abruzzo, Pescara, Didattica Costantini, 1980

Tommaso Ciampella, Vittorio Pepe, musicista abruzzese in Rivista Abruzzese, A. XV, 1962 n 1e 2.

SITOGRAFIA

GIANFRANCO MISCIA, https://www.teatrofenaroli.it/il-teatro/storia-restauri/item/9-il-teatro-

fenaroli-nel-xix-secolo

MARGHERITA PEPE, “Una vita tra le note. vittorio pepe, musicista da riscoprire”, edito dalla Fondazione Pescarabruzzo.

http://www.circoloaternino.it/index.php/vittorio-pepe/ di Elisabetta Mancinelli

https://www.giornaledimontesilvano.com/7985-libri-una-vita-tra-le-note-vittorio-pepe-musicista-da-riscoprire.

FOTO

  1. Copertina di una partitura musicale per pianoforte con dedica “alla distinta signorina Ginevra Sabucchi” di Pianella - A. P. Alessandro Morelli -
  2. Il M° Cav. Vittorio Pepe (Internet)
  3. Parte di un manifesto con il repertorio musicale del M° Vittorio Pepe – A.P. Alessandro Morelli.
  4. Piazza Garibaldi, Pescara. Internet
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