PICCOLA STORIA. Lettera scritta da Pianella dal barone Zopito DE FELICI al nipote Domenico Antonio DE FELICI

ELSO SIMONE SERPENTINI.

Porta la data del 9 novembre 1759 (martedì) una lettera scritta da Pianella dal barone ZOPITO DE FELICI al nipote DOMENICO ANTONIO DE FELICI* (che lui scrive De Felicij), firmando “Vostro Zio Zopito De Felicij.”

Gli dice che lo scusa se non dovesse rispondergli perché impegnato negli esercizi spirituali, importante è che provveda di un letto i suoi figli (Vincenzo, Leone e Silvestro), che ha mandato a studiare a Napoli e che lo hanno avvisato del loro arrivo nella capitale nella mattinata di mercoledì scorso (mercoledì 3 novembre), cosa che spera sia avvenuta confidando nella “misericordia” di Dio.

Zopito prega il nipote di fornire ai suoi figli un abito da abate ciascuno, e cioè “la Giamberca di Castoro del Baf, il Giamberchetto, e Calzoni di Velluto, ed il Cappottino, o di Armes, o di Spomiglione ad elezzione (cioè a scelta), però deve essere intiero e non mezzo.” Lo prega di fornire loro anche un cappotto da campagna ciascuno, “corrispondente al vestire d’Abbate da valersene in tempi piovosi, e rigidi”. Non gli fa altra raccomandazione, ma avverte che il figlio Vincenzo è “un po’ inclinato a scrupoli”, perciò prega il nipote di “disingannarlo”, facendogli capire che il Signore Iddio non vuole dagli uomini una “dipressione di spirito, ma un cuore pulito e niente alieno da Lui”, sicché “attendendo al suo impiego”, deve impegnarsi al massimo nell’obbedire al Divino Volere e tenersi “lontano da qualunque occasione che potesse essere di sua offesa” e a questo improntare “la condotta di sua vita”.

Chiede anche di tenere i suoi figli lontani dai Gesuiti, perché la loro condotta non gli piace troppo e perché a Chieti un vecchio Gesuita non è stato capace di togliere al figlio Vincenzo “le massime di scrupoli”. Perciò nella scelta del confessore “procurerà che sia o prete o domenicano, ma Probo”.*

Il nipote Domenico Antonio De Felici, al quale Zopito scrive questa numerose altre lettere, dovrebbe essere figlio di Gesualdo De Felici e di Delfina De Matteis, appartenente al ramo collaterale della famiglia, discendente da Tommaso De Felici, fratello di Carlo, Barone di Rosciano e San Giovanni, che è padre di Zopito. Domenico Antonio era fratello di Giuseppantonio e di Nicola. Stando a quanto scrive Zopito in altre lettere a lui inviate, doveva essere un Padre Carmelitano residente a Napoli.

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