REMO DI LEONARDO.
L'agricoltura del Teramano era abbondante e rumenerativa anche se la classe contadina soffriva ancora di disagi dovuti molto probabilmente all'assestamento tra l'abolizione dei feudi e la distribuzione delle terre. In questo periodo nell'Abruzzo teramano prevalsero la media e la piccola proprietà, rari furono i grandi fondi. Pertanto gli agricoltori che avevano qualche proprietà stabilirono contratti in affitto enfiteusi o colonia parziaria. Quest'ultimo contratto era comunemente usato negli Abruzzi, si trattava di un contratto del tutto facoltativo che poteva di anno in anno essere a piacere delle parti modificato. La sua prima apparizione risale al tempo antichissimo, specialmente sotto la forma di mezzadria costituiva il tipo di compartecipazione del lavoratore della terra ai prodotti del suolo.
La popolazione sparsa per le campagne formava il 54% molto superiore alla media del regno che era del 25%. L'aumento straordinario delle imposte in quest'ultimo ventennio contribuì non solo a diminuire l’agiatezza, ma anche a sottrarre a non pochi il necessario, in quanto furono i piccoli proprietari quelli che maggiormente risentirono o della “pressione fiscale”.
Il terzo ed ultimo periodo comprende gli anni che vanno dal 1850 al 1900. Intorno al 1850 incominciò a farsi sentire uno stato di disagio, particolarmente nel campo agricolo. I prezzi dei cereali nella provincia furono molto bassi per la totale assenza di commercio agricolo, causato principalmente dall'importazione del grano dell'America. L’olio non si esportava più da quanto l'illuminazione ad olio era stata sostituita con quella a gas. Era cessato persino il commercio con l'agro sabino, dove si esportavano uova, vini, frutta e cereali, perché con la costruzione di nuove strade si acquistavano questi prodotti da posti più vicini.
Nel 1870 la famiglia Sabucchi di Pianella comprò il complesso edilizio ed ex convento appartenente alla chiesa del Carmine per creare la “manifattura” tabacchi dando lavoro a centinaia di donne che così potevano provvedere a crearsi una dote per sposarsi.
Il 15 ottobre del 1876 uscì a suppl. al n. 85 della Gazzetta di Teramo, l'avviso d'asta dell'intendenza di finanza per l'appalto della esattoria comunale di Pianella. L'asta si aprì il 30 ottobre del 1876 alle ore 11:00 antimeridiana, nella sala Comunale. Aggio per ogni 100 lire di versamenti sul quale l'asta si aprì fu di 5 lire; l’ammontare presunto delle riscossioni annuali è di 84.000; ammontare della cauzione 13.000; ammontare del deposito da farsi per concorrere all’asta 1680. Firmato l'intendenza C.NORIS.
Comunque la presenza del dazio a Pianella risultò già nel 1820 come testimoniano diversi documenti tra cui una raccolta corrispondente tra i sottointendenti di Penne e l'intendente di Teramo con il comune di Pianella riportante le comunicazioni e gli avvisi d'Asti, beni e affitti. Nel 1851 giunsero a 15 i dazi comunali con un capitale di 9.881,47. (11). Nel libello “Memorie per la sede di Pretura di Pianella” edito dalla tipografia Zazzetta del 1890 risulta che Pianella aveva un territorio coltivato di ettari 4.570, posseduto da 904 proprietari, i quali corrisposero un contributo annuo di L. 61.611,65, case urbane 498, sulle quali si pagava un tributo annuo di L. 10.942; il numero totale delle case urbane risultarono 1.565; si pagava per ricchezza mobile lire 7.332,10.
A Pianella il mercato settimanale fu istituito fin dal 1662 nel giorno di domenica poi passate al lunedì poi a mercoledì ed infine a venerdì; in detto mercato nel passato confluirono mercanti dall'Aquila, Chieti, dalla Toscana, dalla Liguria, dal Veneto, dalle Marche, Puglia, Calabria. Da una statistica del 1889 risultarono venduti: 6.309 pecore, 5890 agnelli, 630 maialetti, 1340 maiali grassi, 236 capre, 10.000 uova, 1000 paia di polli, in ciascun mercato.
L'area vestina così come la gran parte del territorio abruzzese conserva ancora seppur con qualche mutamento, un calendario di mercati e fieri eredità dall'epoca borbonica.
I mercati a ricorrenza periodica le fiere a scansione episodica nel passato, in una società rurale e poveri come quella nostra, hanno spesso integrati in modo significativo le strutture commerciali in sede fissa molto debole limitate ai centri maggiori. Facendo riferimento all’ultimo periodo XIX secolo, si rivela che i mercati erano particolarmente numerosi di Domenica e il Martedì, le fiere destinate al commercio dei prodotti della terra: cereali e bestiame da carne da lavoro si concentravano nei mesi di Agosto e di Settembre, nel periodo della transizione tra il raccolto e la nuova aratura.
In conclusione, possiamo dire, che quando si giunse all’unificazione, l’economia agricola di Pianella e della provincia di Teramo era già rimasta ferma su quei livelli raggiunti in mezzo secolo grazie al lavoro e ai sacrifici tanti uomini. Pertanto si può affermare che l'Unità d'Italia non ha avuto effetti negativi sull'attività agricoli della Provincia; in effetti quelle già avviate proseguirono migliorando sul loro cammino, mentre quelle emergenti, quindi meno solide restarono ferme.
Soltanto alla fine del secolo e all'inizio il nuovo la situazione peggiorerà.
FINE
BIBLIOGRAFIA:
Remo DI LEONARDO, articolo tratto dal Catalogo 4 Festa della Campagna, Rassegna di Arte e Cultura popolare abruzzese, luglio 1999.
Guido DE LUCIA, Saggio sullo stato economico della Provincia di Teramo, Rassegna storica del Risorgimento, anno XLIV 1957, I.P.S.
Vittorio MORELLI, cat. Rosone d'Oro 1996
Vittorio MORELLI, Historiae de Pianella
Diego TROIANO, Atti e Documenti Privati
A. MOCCIA , Loreto Aprutino "Le immagini, la storia" Per una storia sociale di Loreto Aprutino - Appunti e considerazioni.
FOTO : ARCHIVIO R.D.L.