Una bambina, vestita con un giubbino blu

NIKOLLA RAMA

Mart 22 marzo, 2022 / Cultura /

PERCHÉ

Avevo fissato il mio sguardo sulla tela bianca, pensando ai dettagli della composizione che volevo realizzare. Come molti altri, anch'io avevo pensato di esprimere le mie emozioni riguardo la guerra in Ucraina. Volevo raffigurare lo stato emozionale di una bambina, ritraendola, nel suo paese in fiamme.

Diverse immagini attraversavano la mia mente. Tanti canali televisivi ,nelle loro cronache, analizzavano la situazione nelle città ucraine. I racconti degli inviati facevano rabbrividire. Case in fiamme, palazzi distrutti e macerie bruciate ancora fumanti. Gente spaventata che scappava non sapendo come difendersi dai bombardamenti aerei. Un'anziana trascinava con difficoltà un carrozzino, pieno di borse e valigie. Un'altra stringeva una bimba piccola e due gattini. Due donne si poggiavano una sull'altra, trascinando un carrello del supermercato pieno di vestiti. Come se non bastasse, un vento freddo e densi fiocchi di neve rendevano la situazione un vero inferno. Al lato della strada, vicino ad una panchina di legno, stava immobile una bambina, vestita con un giubbino blu, pantaloni di jeans e stivali rossi di pelle. Teneva in mano una bambola. Il suo sguardo era fisso nella casa che bruciava poco più in là. Nei suoi occhi azzurri bagnati dalle lacrime, riflettevano le fiamme.

Quanti “perché” le turbavano la mente ! Il pennello color caffè scivolava lentamente sulla tela bianca. Mi dispiaceva rovinare la “candida pace” della tela per creare l'inferno nero della guerra. Ma bisogna pur rovinare qualcosa per creare qualcos'altro. Però mai rovinare la pace altrui per soddisfare i tuoi capricci da dittatore! La bambina non capiva il perché di questa devastazione. Le storie e le favole che aveva ascoltato dagli altri erano belle, dal finale felice, che infondevano serenità. Ormai però negli adulti, inventare storie nascondendo la verità è diventata un'abitudine, solo per superare il momento, senza pensare a cosa accadrà in futuro, creando grandi sofferenze. Ho finito il disegno. Il primo colore che ho messo è stato l'azzurro, e gli occhi così hanno cominciato a prendere forma. I capelli dorati, coperti dal cappuccio cerchiato da una pelliccia bianca, incorniciavano perfettamente il suo viso. Era chiara l'espressione “ perché questo destino è toccato a noi? ”.

Così piccola, non poteva capire che gli altri, adulti ma non maturi, decidevano il destino altrui, perché la vita per loro era come un gioco dalla quale trarre grandi guadagni senza pensare a ciò che accadrà dopo.Lei non capiva che questo folle gioco architettato da uno psicopatico e seguito da altri come lui, teneva in pugno le loro vite e quelle di milioni di persone, vittime degli ordini pronunciati dalla bocca di un vile. Lei non capiva che queste leggi, che decidevano il suo destino buono o cattivo, erano come le belle favole, ma quando ti risvegli senti che lentamente ti tolgo il diritto di vivere. Lei stringeva forte nelle mani la sua bambola, come per dire, non aver paura, ti proteggo io...

Tradotto e adattato da Kristi Rama.

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