Si stanno perdendo le tradizioni pasquali

VITTORIO MORELLI.

Si sta perdendo la tradizione pasquale: quella del digiuno, che anticamente, andava da giovedì santo a sera, venerdì e sabato; quella della benedizione pasquale delle uova sode colorate e corredate da spicchi di sedano e di cipollotti freschi; quella di regalare ai bambini in pasta biscotto il Cavallo di Alboino e alle femminucce la Pupa, ovvero la Regina Teodolinda in segno di augurio e di fertilità.

Pianella, a pieno titolo, rientrava nel regno longobardo d’Italia in quanto situata tra il Ducato di Spoleto e quello di Benevento; il fiume Pescara rappresentava uno spartiacque simbolico tra i due Ducati.

Il Tenimento di S. Desiderio era di proprietà dei Monaci Benedettini nominati dai Longobardi; il toponimo S. Desiderio ci fa subito pensare al re longobardo Desiderio; forse la intestazione della contrada al Santo voleva essere anche un omaggio al re Desiderio.

Mentre nella Langobardia Maggiore prese piede la consuetudine di confezionare la Colomba di Pasqua, nella Langobardia Minore, in Abruzzo, prese corpo la consuetudine di confezionare il cavallo e la pupa insieme al tarallo o pizza farcita.

Perché nominare il cavallo di Alboino: la leggenda vuole che il cavallo di  Alboino, re dei Longobardi, stramazzasse a terra e il re cadesse insieme al cavallo prima di entrare a Pavia; un miracolo lo salvò dalla morte.

La leggenda della Pupa, la regina Teodolinda, vuole che la regina, con la sua bellezza, quella dei paramenti regali e della corona, fosse il simbolo della pace e della fecondità: nel ventre della Pupa si collocava un uovo sodo, simbolo della vita.

FOTO.https://blog.giallozafferano.it/incucinadaeva/pupe-e-cavalli-ricetta-regionale-abruzzese/

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