PATRIZIA TOCCI.
DAL LIBRO CARBONCINI TABULA FATI 2019
D'Annunzio ricorda, in una novella, il profumo del pane che dal forno Flaiano giungeva alle finestre di casa sua. Pochi metri separano le case natali dei due scrittori, in Corso Manthonè, nella parte vecchia di Pescara.
Piovene scriveva: “ la casa di d’Annunzio è dedicata soprattutto ai ricordi materni. Vi si conserva la memoria di un ragazzo malinconico e un po' guappo.” Molti anni prima, Alberto Savinio : “ davanti alla casa di D'Annunzio, lo spirito della poesia è raccolto in simboli arborei: una quercia, un ulivo, un lauro salgono su dal cemento alla piazzetta. Traversiamo la camera in cui nacque il poeta. Perché si visitano le case dei poeti?”
Anche Giorgio Manganelli racconta il suo viaggio abruzzese: “ in tutta Pescara ci sono tributi affettuosi e compunti alla memoria di D'Annunzio. Resta qualcosa, non molto del suo mondo di immagini e di parole.”
La casa di D'Annunzio, ristrutturata mentre il poeta era ancora in vita, è monumento nazionale; quella in cui abitava Ennio Flaiano è stata venduta.
C'è una targa sulla facciata: gli è stata dedicata una statua di bronzo, in piazza Unione; intitolata una strada.
A Gabriele tutto Viale D'Annunzio. Gabriele predispose, ancora in vita, i necessari musei. Ennio, più scettico e malinconico, avrebbe ironizzato su queste pretese. Alcune lettere autografe sono conservate nel Mediamuseum, che ospita sia il Centro nazionale di studi dannunziani che l’ Associazione Ennio Flaiano.
A volte mi è sembrato di vederli passeggiare per il lungomare dei Poeti, aspettando l’ alba in mezzo ai pescherecci, ai ragazzi che tirano a far notte, in corso Manthonè. Dentro un bar, in mezzo al vociare allegro, si raccontano. Roma, Fellini, Parigi e Napoli, le donne, il cinema, l’ infanzia pescarese. Qualche battuta in dialetto. Si salutano. E ognuno ritorna a casa propria. Per fortuna, non hanno bisogno di chiavi, per rientrare.