Pescara. Scavi nell'area Rampigna e lungo la ferrovia: questioni aperte

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - COMITATO RAMPIGNA.

Recentemente è stata presentata dalla Soprintendenza CH-PE, presso la sede comunale  ed alla presenza del  Sindaco e dell’ Assessora alla Cultura, una avanzata ipotesi progettuale relativa alle aree dell’ex campo Rampigna, interessate da sondaggi che hanno rilevato l’elevato interesse archeologico dei ritrovamenti sia relativi all’antichità romana e altomedioevale che ai resti della fortezza spagnola.

Nello stesso periodo, durante i lavori di ampliamento del rilevato ferroviario, sono venuti alla luce segmenti murari ed ambienti anch’essi relativi alla fortezza oltre che ad opere originarie della ferrovia ottocentesca.

 Nella conferenza stampa si sono potute conoscere, attraverso le dichiarazioni dei responsabili e la illustrazione del progettista consulente/incaricato, le intenzioni di intervento sull’area Rampigna e l’ordine di spesa dello stesso, sul quale si intendono richiedere i contributi statali. Si tratta di circa 20 milioni, articolati in fasi e relativi sia allo scavo ed al recupero in senso stretto che alla sistemazione del sito, coincidente sostanzialmente con l’area del vecchio campo Rampigna. L’ordine di grandezza dell’intervento prospettato appare significativo ad una prima valutazione ed appropriata appare l’intenzione di fare del progetto su quest’area una delle richieste qualificanti nell’ambito del  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che si sta definendo a livello nazionale.

 E’ quindi con spirito collaborativo che si avanzano richieste di informazione e prime note critiche.
 Si richiede preliminarmente al Comune ed alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Chieti e Pescara  che sia resa disponibile una articolata ed esauriente  descrizione delle opere previste , a partire da quelle relative alla campagna di scavo e alla messa in sicurezza e in valore dei reperti. Dopo una presentazione pubblica, con dichiarazioni di impegno, descrizioni orali e per immagini non può rispondersi a tale richiesta sostenendo che si è ancora in una fase istruttoria. Agli annunci deve accompagnarsi un reale spazio partecipativo che può solo basarsi sulla esauriente informazione e l’ascolto, fino ad oggi carenti.

In particolare si vogliono conoscere:  il livello della sistemazione definitiva dell’area, i provvedimenti di governo delle acque di falda, il piano di sistemazione dei reperti lasciati in loco, il rapporto tra le aree  propriamente archeologiche ed il più vasto parco urbano sul fiume che è necessario realizzare.
Si notano ancora:

  1. una sostanziale introversione del progetto; nel senso che esso attiene solo alle aree dell’ex campo Rampigna. Unicamente nel modello presentato durante la conferenza stampa compaiono riferimenti agli scavi lungo la ferrovia, oggetto di altro progetto sconosciuto ai più ma in corso di realizzazione (a quanto si può vedere con pista ciclabile sopraelevata e realizzazione molto invadente del muro di sostegno; ma con mancanza di notizie sulle sistemazioni definitive).
  2.  la persistenza di una visione non organica della questione fortezza; quantomeno sul versante nord,  è possibile rintracciare una linea d’ intervento abbastanza definita, basata sulla riconoscibilità e complementarietà dei ritrovamenti: dal tratto di fortificazione all’interno del recinto attualmente occupato dalla Questura (con la cappella della Madonna del Carmine e gli altri resti degli acquartieramenti)  al tratto ora riemerso nell’area Rampigna , alle vestigia del bastione San Vitale che interessano l’area stradale e ferroviaria, fino alla tratta superstite esistente oltre il rilevato ferroviario ed ai resti ancora da esplorare in area “Marmi Liberatoscioli”.
  3. la scelta del progetto (e forse non poteva che essere così in assenza di indicazioni comunali) di risolversi tutto  su se stesso: non solo non appaiono chiare le connessioni con l’esterno ( fiume, vie circostanti, area ferrovia  e, soprattutto, area occupata dalla Questura); tali rapporti, se ci sono, avvengono mediante varchi, rampe , accessi puntuali, senza significative aperture visive e di continuità spaziale e funzionale verso il contesto; ma addirittura la esigenza eventuale di esporre le risultanze degli scavi viene  soddisfatta con un edificio- museo in loco da realizzare inglobando la muratura ritrovata della fortificazione.
     Non si stabilisce un collegamento con il vicino edificio del circolo Canottieri e con il fiume, accettando l’attuale viabilità in quota ( ancora carrabile?), men che meno con la indispensabile area della Questura , mentre per l’edificio del museo  proposto si scava sotto l’attuale livello stradale.
  4. per quanto riguarda le specifiche operazioni di  scavo dell’area  Rampigna,  si ricorda  che  esso richiede un lavoro multidisciplinare  di equipe  formata da archeologi, antropologi, geologi, restauratori ecc.; riteniamo  che  il coinvolgimento  dell'Università D'Annunzio  consentirebbe  i diversi apporti disciplinari anche con apertura internazionale, comporterebbe costi  inferiori a quelli preventivati e consentirebbe ai nostri ricercatori di partecipare ad una esperienza di valore nazionale.
  5. Sorprende che un progetto così importante ed impegnativo non si conosca nelle sue linee guida , nell’inquadramento urbano  e,per gli aspetti architettonici, sia stato affidato ad un professionista privato ignaro della città, senza provate esperienze in materia, sconosciuto agli archeologi ed ai funzionari stessi della Soprintendenza; si ricorda che l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Pescara aveva mostrato grande soddisfazione per i ritrovamenti ed aveva proposto un concorso di Architettura per assicurare qualità e visione alla trasformazione di questa parte della città. Anche a questa istanza va data una risposta.

Il nuovo ruolo dell’area comporta importanti implicazioni urbane e riteniamo che  esse debbano essere affrontate dal Comune: c’è bisogno di un  quadro delle coerenze nel medio e lungo periodo che consenta al progetto di rapportarsi meglio con la città, definendo un nuovo profilo , spaziale e funzionale, per questa sua parte centrale;
Utilmente, parte delle risorse previste possono servire per avviare  la riconversione dell’area occupata dalla  Questura, al fine di realizzarvi , insieme ad altre funzioni culturali, quel museo che si vorrebbe  costruire seminterrato impedendo (tra le altre notazioni critiche) anche  la lettura della tratta di muratura ritrovata  come “limite”,  come storico tramite tra la città murata e la campagna.


E’ tempo che la Amministrazione Comunale produca un suo progetto  in cui urbanistica, archeologia ed architettura convergano nel delineare un programma di lunga durata che orienti questo primo importante stanziamento e consenta di coordinarlo con successive azioni: dalla nuova destinazione dell’area Questura (a partire dalla salvaguardia delle testimonianze storiche), al ripensamento dell’affaccio sul fiume  con l’esclusione di traffico veicolare  e  la ricerca di un rapporto immediato con l’edificio Canottieri e le aree circostanti liberate da auto e costruzioni precarie.
 Da questo punto di vista  non leggere nessuna di queste azioni nei primi elenchi  diffusi di opere, per le quali l’Amministrazione Comunale dichiara di voler fare ricorso ai fondi stanziati in base al PNRR non è un segnale positivo e rassicurante.
 Riteniamo che la lunga partita , aperta con la lungimirante scelta del Sindaco  di dare il via ad un nuovo destino per l’area Rampigna, si giochi ora sulla capacità di integrare uno dei maggiori scavi archeologici d’Italia  con la città per rendere intellegibile la complessa stratificazione urbana e per trasformare  questa sua parte, oggi un disarticolato brano ai margini del fiume a lungo negato da un alto muro di recinzione, in una zona a verde, servizi, testimonianze archeologiche dotata di forte connotazione identitaria e ricchezza di funzioni.
Gennaio 2022
Arch. Massimo Palladini
Portavoce del “Comitato Rampigna”

Al Comitato Rampigna aderiscono:


Italia Nostra, Sezione"L. Gorgoni" di Pescara e Consiglio delle sezioni d'Abruzzo;
Archeoclub d’Italia, sede di  Pescara;
PescaraTutela/ Selfie;
Mila Donna Ambiente;
Le Maiellane;
F.A.I. Delegazione di Pescara;
T.C.I. Consolato regionale e club di territorio –Pescara;
Prima Pescara;
Circolo Aternino;
Unione Pro loco della Provincia di Pescara;
Pescara Segreta.
Aderiscono inoltre personalità come:
il Prof. Pasquale Tunzi
l’Arch. Piero Ferretti.

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