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Esistono luoghi ai piedi del Gran Sasso d’Abruzzo che nascondono storie incredibili. Peraltro gli abruzzesi, per dirla con Flaiano, in quella “isola schiacciata tra un mare e due montagne che non è possibile ignorare”, coltivano il sentimento che “tutto è vanità” e “tutto ciò misto a una disapprovazione muta, antica, a una sensualità disarmante, a un senso profondo della giustizia e della grazia, alla accettazione della vita come preludio alla sola cosa certa, la morte”, “gente rimasta di confine” (…) “con una sola morale: il lavoro”, ma con “un altro difetto abruzzese, il più grave, quello del pudore dei propri sentimenti”.