Nicola Cetrano, poeta pianellese

VITTORIO MORELLI

  Il nostro concittadino, Nicola Cetrano, emigrato come tanti Pianellesi al Nord Italia, non ha dimenticato la sua terra d’origine, dedicandole nelle interlinee delle sue poesie alcuni ricordi, sentimenti, illusioni.

  Nella raccolta Ancora per, nell’umile certezza del dolore, MMIII, Campanotto Editore, Pasian di Prato (UD9, 2003, presentata a Pianella nella Sala Consiliare il 29 settembre 2005, sono accentuati sentimenti e sensazioni di dubbio, accenti di dolore velato: dolore del padre attenuato dal tempo per le perdita del figlio, ma non per questo sopito, solo attenuato dai ricordi della sua terra.

L’ombra degli ulivi

sulle colline a primavera

riveste il grano

come blusa di seta

su mobili fianchi

di giovane donna…

Fra giorni, Nicola darà alle stampe il IV volume dei suoi lavori. Complimenti, Nicola!

Ne l’ADIGE, Quotidiano Indipendente del Trentino Alto Adige del 18 maggio 2001, Nicola pubblicava un articolo sul Camoscio d’Abruzzo, Vito Taccone.

Omissis

            Il luogo centro del ricordo è la Società Operaia , di origini garibaldine e risorgimentali; lo sport galeotto: il ciclismo; il personaggio mito, sia pure di una mitologia ingenua e popolare, ma per questo degna ancora di attenzione: VITO TACCONE.

omissis

  La società operaia era il teatro popolare, animato dalla voce del cronista Adriano de Zan, che commentava il giro e il pubblico, a squarciagola, gridava Vi-to Vi-to Tac-cone Tac-cone!

  Era la rivincita,la vittoria soprattutto del ceto medio popolare

omissis

  Nella lettera, inviatami da Povo di Trento il 5 ottobre 2021, Nicola mi invia una nota bibliografica delle sue pubblicazioni ed alcune riflessioni sulla vita trascorsa a Pianella e sulle mie attività culturali.

  Una cosa è certa: Nicola non ama arare campi già arati, ma preferisce marciare con la forza delle idee, come ha fatto, emigrando all’estero. Ci siamo fatti da soli.

  Nell’incontro poetico a Pianella, per il recital delle belle poesie, posso dire io c’ero; ho potuto assaporare la fragranza dei frutti delle terre pianellesi, attraverso le  poesie.

  Dopo vent’anni, ho cercato Nicola, come ex emigrante e l’ho trovato, gli ho telefonato, abbracciandoci calorosamente e dandoci appuntamento in un prossimo incontro culturale a Pianella.

  Per inciso, non posso dimenticare la figura del Padre, Erminio, che ho avuto modo di frequentare; ricordo che, tornando da L’Aquila dalla Università, mi accompagnava volentieri a Pianella; oggi ho capito che nutriva rispetto per l’istruzione, per la cultura; la Madre, Iolanda, anche se una bravissima donna, l’ho conosciuta poco.

  L’Abruzzo ha bisogno di uscire dalle pastoie ancestrali, politiche, pseudo culturali, di affacciarsi dalla finestra per osservare quello che succede al di là del Tronto e del Sangro; il Paese si muove, cresce, si unisce, non pesta il sale nel solito mortaio.

  L’Abruzzo è una regione che in prospettiva  ha scarso sviluppo, che si ripiega su se stessa, pur avendo tantissime potenzialità.

  Al di là di queste divagazioni, torno a Bomba, traggo uno stralcio della lettera:

            Attraverso l’amico Giancarlo Pelagatti e la consultazione su internet, mi tengo informato,          a grandi linee, sulla tua attività di storico e di animatore culturale in paese. Non    posso che             complimentarmi per il tuo lavoro ormai di lunga data e costante impegno. Ho visto che anche tuo figlio svolge delle ricerche molto       interessanti; sicuramente per te è una bella             soddisfazione.

            Omissis

                                                                                                     Nicola Cetrano

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