MASSIMO ARCIERI
ACCADDE intanto che la vita delle zoccole nella fogna proseguisse "motu solito" nei tortuosi meandri fognari, in angoli ben nascosti stazionano solitamente i maschi delle pantegane, i cosiddetti "chiaviconoss" ovvero chiaviche operatori senza scrupoli. Questi, al passaggio dalle loro parti delle zoccole femmine, emettono un lungo squitttio, come sembrare un fischio di ammirazione. Al che la chiavica fa un inchino di consenso, alza la coda e l'operatore le infila il suo programma genetico sulla procreazione incontrollata.
ACCADDE poi che "la baronessa" facesse i preparativi per l'appuntamento del confronto del tutto femminile. Scelse intanto un cavalier servente, secondo le buone regole della nobiltà. Questi era tal "Marcelo Baila" identificato perché sempre pronto agli incontri amorosi con le zampine anteriori alzate, con il ventre proteso in avanti ad esternare un movimento sexj a ritmo caraibico. A questo punto la zoccola baronessa per alcune sere controllo ' scrupolosamente gli orari di presenza in camera della giovane donna, quindi stabili' che il successivo lunedì sarebbe stato il giorno giusto per la agognata comparazione. Quel pomeriggio fu tutto impegnato per la vestizione. La baronessa aveva esigenze di presenza conformi al suo rango. Si rotoló nel limo più e più volte, si scrollo' tutta, si adagio' sotto una sentina di scarico per una salutare doccia, si sentiva femmina in tutte le cellule del suo corpo flessuoso. Il primo capo vestiario fu un condom usato in cui essa infilò la lunga coda, le si appaleso' come uno strascico nuziale per cui si ingegno' a ficcarci dentro anche il culetto. Una mezza melanzana privata della polpa già marcia accolse i suoi dodici piccoli seni a modo di reggiseno, una grossa lisca di baccalà a mo di pettine congiunse i lembi sul dorso. Una già putrida foglia d'insalata indossata sul collo, a suo pensare, era la stola che andava fermata con un cappellino con diadema. Per l'occasione ebbe a disposizione una foglia di verza ingiallita con la parte anteriore dura frequentata da piccoli animaletti rossi che dava l' idea di un caratteristico diadema. Completava la
vestizione una visitina al "trucco patrucco"; un rossetto color fucsia caduto, tempo prima, da un tombino era stato sistemato e fermato in una adeguata scalfittura della parete in modo che strusciandovi il musetto il trucco era perfetto. Pronta via per l'avventura con Marcelo Baila cavalier servente. Siamo al clou della rappresentazione, tralasciando i passaggi intermedi ci troviamo con la donna che ha tolto l"infimo e si è
avvolta in un telo di spugna; la baronessa topa musque'e e e prende fiato e coraggio e squittendo d'orgoglio con il suo cavaliere si catapultano nella stanza. Urla isterica la donna e; fugge in costume adamitico per tutta la casa; spaventata, altrettanto isterica, squittendo disperatamente cercano la fuga. Disperazione trovano chiusa la finestrella, allora giù di corsa verso l'altra uscita, altra sorpresa, uscendo si trovano in un ambiente buio pesto dal forte odore di plastica che subito dopo incomincia a sbattagliarli a destra e a manca, sicuramente contro un muro con l'intento di... stordirli!!
Un alito d'aria sfiora i loro musetti, benché storditi e doloranti si buttano verso la via di uscita, il cavaliere incoccia un nodo scorsoio, penzoloni accenna un ultimo movimento sexy roteando il basso ventre, un ultimo squittio, un saluto alla vita perduta. La baronessa Pantegana topa musquee incontra la lama di un tagliente machete. La piccola testa rotola di lato, mentre il piccolo cervello si inebria ancora della bellezza, della femminilità e perché no, anche della nobiltà. Pensa: in Francia, una volta i nobili morivano con il taglio della testa. È l'ultimo squittio ... NOBLESSE OBLIGE...!