Redazione / 4 maggio, 2022 /
È da almeno un anno che la convenzione proposta dal commissario dell’ASP (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona) per la riapertura della casa di riposo “Mariannina Acerbo”, giace, sotto una coltre di polvere, sulla scrivania del sindaco Starinieri. Tutti si domandano quale sia il motivo che impedisce il primo cittadino di firmare la convenzione e permettere, in questo modo, la riapertura di un servizio sociale che risolverebbe, in un sol colpo, i problemi degli anziani, lavoratori e, in piccola parte, dell’economia locale, cioè l’indotto. Da cosa dipende quest’attendismo? Alcuni avanzano l’ipotesi che Starinieri abbia cercato la via della gestione “diretta”, cioè grosso modo come è stata amministrata la struttura negli ultimi anni senza gara d’appalto ma con affidamento diretto alla cooperativa e intervenendo con lavori pubblici sulla struttura, strada impossibile da praticare. Al tri, invece, ipotizzano che abbia avuto screzi con l’ex dirigente dell’ufficio tecnico, Di Ventura, su diversi aspetti tecnici della convenzione da firmare e inviare all’ASP.