VITTORIO MORELLI
Se i Mediorientali risolvevano il problema dell'approvvigionamento idrico con i canali a qanat, oggi questo sistema, costruito con una serie di gallerie, non funziona più perché le falde acquifere si sono abbassate di 10-20 metri.
Per gli europei bastava interrompere un pendio oppure utilizzare un ruscello, un fiume, un lago, oppure scavare un pozzo di alcuni metri di profondità per rifornirsi di acqua.
Oggi, rispetto al passato, i consumi si sono centuplicati, per cui le acque di superficie non bastano più; a ciò si aggiungono lunghi periodi di siccità e la scomparsa dei ghiacciai, una riserva inesauribile di acqua.
Fra alcuni anni si potrebbe scatenare “la guerra dell'acqua” tra l'Abruzzo, il Molise e la Puglia, regioni a rischio siccità; assistere alla “guerra dell'acqua” come nei paesi del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia.
L'Abruzzo cosa può fare? Certamente non stare a guardare, ma progettare per l'immediato futuro alcuni impianti di dissalazione e costruire una serie di invasi ad uso agricolo con sbarramenti di terra per la raccolta dell'acqua piovana, defluita in canali aperti, che vanno ad immettersi in invasi, sulla misura di alcuni paesi marchigiani posti in altura, che hanno provveduto al deflusso dell'acqua piovana.
Occorre sbarrare ruscelli, fiumi e sorgenti per il carico delle acque in eccesso del periodo invernale e primaverile.
Bastano alcuni anni di siccità o di scarsa piovosità per mettere in ginocchio l'agricoltura abruzzese; la costruzione di biolaghi, acquedotti, canali, dighe aiuta il clima, la biodiversità, l'ambiente e favorisce una agricoltura sostenibile e aiuta l'ambiente a rigenerarsi grazie alle piante acquatiche che sono piante filtranti e depuranti.
C'è il rischio, che fra alcuni anni, la “steppa” avanza dal Meridione fino all'Abruzzo.
La CASSA per il MEZZOGIORNO negli anni sessanta ha fatto miracoli per il Sud; oggi con i fondi europei è possibile fare altrettanto.
Occorre ripristinare in chiave europea gli interventi della ex Cassa per il Mezzogiorno e di altri Enti.
Cosa fa la POLITICA? E' incollata alla sedia, lasciando ai nipoti e ai pronipoti grossi problemi di sopravvivenza.
Programmare oggi, realizzare domani, dare una mano all'agricoltura, attività primaria, come si è fatto nel passato con i contributi per la realizzazione di mini invasi accumulatori di acqua.
Occorre recuperare l'acqua meteorica, perché i mari si alzano da soli per lo scioglimento dei ghiacciai.
I nostri nonni e i nostri genitori hanno programmato e realizzato; noi nonni attuali o del prossimo futuro cosa abbiamo fatto per l'agricoltura sostenibile e per l'ambiente? Niente.
So che questa lettera lascerà il tempo che trova, tutto ciò mi duole e mi rattrista.