VITTORIO MORELLI
Un cavaliere barese, tornando dalle Marche per andare in Puglia, si salvò col suo cavallo lungo la scarpata della strada che da Fontanoli-S.Maria Maggiore raggiungeva Chieti.
In ricordo del salvataggio, il cavaliere fece costruire la chiesa di S. Nicola di Bari in Pianella nel XIII-XIV secolo.
Probabilmente si trattava di un crociato o di un templare in partenza alla volta di Clhieti-Ortona; oppure si trattò di un nobile o armentario barese che volle costruire la cappella intitolata a S. Nicola per una grazia ricevuta o per essere tornato sano e salvo dalla Terra Santa.
Sulla chiesa manca la documentazione; vi sono solo alcuni cenni nei registri delle Decime (Rerum Decimarum), che fanno riferimento a una cappella o piccola chiesa dedicata a S. Nicola, né ci sono interventi comunali, al riguardo, registrati nelle Deliberazioni Decurionali e Consiliari del XVI-XVII-XIX secolo
Un esame del materiale edilizio riutilizzato nella costruzione ed una indagine archeologica nel sottosuolo potrebbero svelare molti segreti irrisolti.
Non per nulla molte chiese dedicate al Santo si trovano sulla via della transumanza di Rosciano, Villanova, Pianella, sul Tratturo Magno, verso Aquila; nelle vicinanze della chiesa di Pianella c'è quella dedicata a S. Michele Arcangelo, chiesa legata alla pastorizia; a Cerratina c’è quella di S. Nicola, a Villanova, a Rosciano sempre di S. Nicola; la festa cade per i due santi l'8 maggio.
L’intitolazione di Chiese e Cappelle a S. Nicola è molto diffusa punto della dorsale adriatica, da Termoli a Ortona, sempre sulla via dei tratturi.
Il culto di S. Nicola, importato dall’Oriente, si diffuse in tutta Europa Occidentale, avendo come fulcro di diffusione la Basilica di S. Nicola di Bari, dove il corpo del
Santo, trafugato dall’Oriente, è seppellito.
La chiesa, probabilmente, di patronato dominicale divenne un punto obbligato di
sosta per le greggi transumanti che svernavano prima in Pianella e che poi, l’8 maggio, si trasferivano nei piani del Voltigno e Campo Imperatore; la chiesa rimase tale fino alla fine del Settecento ed inizio dell’Ottocento, quando iniziò la decadenza l’abbandono da parte dei privati non più interessati all’allevamento delle pecore.
S. Nicola era protettore dei fanciulli, dei marinai, dei prigionieri, la tradizione vuole che il Santo tenesse con sé tre borse d'oro per la dote alle fanciulle povere da maritare; S. Nicola è portatore di doni sia l’8 e 9 maggio sia a dicembre (Santa Klaus ) in Europa centro settentrionale.