La statua in terracotta di S. Domenico di Guzman

VITTORIO MORELLI.

1 marzo, 2022 - Cultura-

Da una ricognizione a vista, sembra che la statua di S. Domenico, posta nella nicchia della facciata della chiesa omonima in Piazza Garibaldi, sia in terracotta policroma; i panneggi del mantello ondulati a mò di “tegola” rischiano di staccarsi dal resto della sagoma del Santo, come è successo per il pane in bocca al cane di S. Domenico, che  si è riversato sulla Piazza.

La statua è ascrivibile alla fine del XVI e inizio del XVII secolo e di autore tuttora ignoto; è stata sfornata in pezzi dalla stessa fornace di Castel del Monte, che ha cotto anche le parti di terracotta della Madonna della Neve o in altre fornaci di località tuttora sconosciute? E poi i pezzi sono stati rimontati in loco?. Non lo sappiamo. La ricognizione ci può dare qualche altra informazione.

Occorrerebbe far fare una ricognizione da un restauratore di opere d’arte per verificare le condizioni statiche ed artistiche dell’opera del XVI-XVII secolo.

Nel ricordare che la fondazione del monastero e della chiesa risalgono al 1490, quando i Domenicani chiesero alla Università di Pianella, rappresentata dal suo Camerlengo Berardino Pardi, un luogo dove costruire la casa della loro comunità, offrendo la possibilità di istruire i fanciulli e dispensare le medicine ai poveri del paese.

L’Atto di donazione venne rogato dal notaio Domenico Antonio di Mastro Antonio di Loreto.

Nel corso degli anni il Convento crebbe nel numero delle attività, nell’acquisizione di beni con donazioni da parte di privati all’ordine domenicano, nella gestione di una spezieria, di cisterne olearie, di fosse granarie, di una cantina con botti, da cui uscivano some di grano, mitra di olio, carratelli di vino  per la distribuzione alla popolazione di beni di prima necessità.

Nel XVI-XVII secolo la chiesa venne  guarnita di tredici altari privilegiati delle rispettive famiglie, riportati dal Carderi solo nel numero di nove:

Luzio Martini altare           dell’Annunziata

Lavinia Depti                       di S. Giacomo

Giovanni Berardino Ricco di S. Raimondo

Geronimo d’Addesso        di S. Tommaso d’Aquino

Clemente del Collo            della Madonna del Soccorso

Pompeo Manetta               di S. Domenico (statua)

Famiglia Brancadoro         di S. Domenico in Soriano

Giuseppe Martone            di S. Pietro Martire

Casa Miozzi                         della Madonna dell’Arco

A queste famiglie di mercanti, proprietari, professionisti, subentrarono nel XVIII-XIX secolo altre famiglie per parentela o successione, per cui gli elenchi precedenti delle famiglie non corrispondono più alle attuali.

Il Convento decadde con la soppressione degli ordini religiosi e l’esproprio dei beni immobili da parte del Demanio, soppressione operata dai Francesi nel 1809.

Per dovere di cronaca si riporta l’elenco parziale dei Priori e Lettori domenicani in Pianella1:

Carlo Barsotti                                      1700

Valerio Menichini                               1701

Lettore Paolo Paolucci                       1712-13

Lettore Carlo Antonio Pietruccioni  1714-15

Lettore Girolamo Monsagrati

1 B. Carderi, La soppressione dei Domenicani nella Diocesi di Penne, Teramo, 1976, p.722.

Bibliografia

P. Castagna, Descrizione del Comune di Pianella e Circondario ne Il Regno delle Due Sicilie descritto   ed illustrato, a c. di F. Cirelli, p. 222.

B. Carderi, I Domenicani nella Diocesi di Penne,Teramo, 1976.

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