CAPASSO BARBATO LUCIA - CUGGIANI MARIA CARLA PETRONIO CARMELO
RIASSUNTO
Viene esaminata una fauna neolitica a mammiferi e rettili rinvenuta in località Nora (Pianella Pescara).
Il grado di addomesticamento risulta molto spinto; è difficile una sicura ricostruzione paleo vv ambientale, anche se l'abbondanza di ovis e di sus rispetto a capra testimonia un ambiente di prateria collinare con frequenti corsi d'acqua.
INTRODUZIONE
Nei dintorni di Pianella in località Nora, (Pescara), sono stati rinvenuti resti Sud fossili di una fauna dalle caratteristiche dimensionali e morfologiche ed al grado di addomesticamento di mossa di essere neolitica o mesolitica.
Le ossa erano contenuti nella parte basale di un terreno agrario con spessore medio di 4-6 metri, appoggiate su dei termini genere che genericamente argillosi con uno spessore di circa 20 metri. Alla base dell'argilla vi era un conglomerato fluviale spesso circa tre metri con profilo superiore chiaramente ondulato.
Ad una prima analisi si può ricostruire il paleo ambiente di questa località non molto distante dal mare attuale pensando ad un deposito fluoreale del Pleistocene medio-superiore con l'impostazione successiva di un lago costiero (depositi argillosi sovrastanti il conglomerato) e il prosciugamento finale con la formazione del terreno agrario. Su questo si sono ovviamente impostate acque relitte che costituiscono l'attuale rete idrica.
La fauna raccolta e composta dalle seguenti specie:
Canis sp. Sus scrofa Linnaeus, 1758
Equus caballus Linnaeus 1758
Boss taurus Linnaeus 1758
Ovis aries Linnaeus 1758
Capra hircus Linnaeus 1758
Ovis vel capra Linnaeus 1758
Testudo cf. hermanni Gmelin, 1789
RESTI OSSEI
La fauna rinvenuta può considerarsi senza dubbio una fauna domestica; il grado di addomesticamento tuttavia, per alcune specie, non sembra molto spinto; tutte le ossa infatti presentano delle morfologie molto vicine a quelle degli animali allo stato brado. l'unica eccezione è ciò sembra essere boss Taurus in cui è evidente una diminuzione di taglia che dimostra una serie di incroci selettivi, orientati dalla mano dell'uomo, in definitiva in questa località l'uomo neolitico ha creato una razza dalle dimensioni ridottissime, se confrontate con quelle della maggior parte delle sottospecie attuali di Boss Taurus.
Per citare un esempio basterà ricordare che nel Pleistocene superiore sono frequenti, soprattutto nelle isole, sottospecie naturali, frutto di incroci fra un numero limitato di individui; sottospecie le cui dimensioni sono paragonabili a quelle delle popolazioni della popolazione in studio.
Oltre le dimensioni, la struttura morfologica delle stesse ossa che non presentano tracce evidenti a marcate inserzioni muscolari, indica una spinta domestica domesticizzazione di queste specie.
La maggior parte dei resti appartiene a individui giovanili e lo stato di fermentazione delle stesse ossa indica trattarsi di residuo di pasto.
Alcuni resti ossei sono chiaramente attribuibili alle due specie domestiche di Capra e di Ovis. Com’e’ noto il distinzione fra le ossa dei due geni non è sempre possibile: tendenzialmente le ossa degli arti di ovis sono più esili nella nelle diafisi, più sottile più lungo e, con morfologia, in qualche caso, sensibilmente diverse rispetto a quelle di Capra.
Sfruttando queste caratteristiche è stato possibile separare alcuni frammenti ossei attribuendoli sicuramente a Ovis aries e un metacarpo cranio o caviglie o cornigere che possono essere facilmente attribuite all’uno o all’altro genere. I casi dubbi, per i quali è impossibile una sicura distinzione sono stati riferiti dubitativamente a Ovis vel Capra. Entrambi i generi comunque non presentano un grado di addomesticamento molto spinto: i resti ossidi appartenenti a Ovis hanno infatti delle analogie morfologiche con Ovis musimon. Il grado di ipsodontia dei molari indica anche una vita simile a quella del muflone di che, defesso, ha una notevole adattabilità: bruca sia l'erba che gli arbusti degli alberi, ed è per ciò caratteristico di macchia mediterranea. La percentuale di resti di Ovis aries rispetto a quelli di Capra hircus (un solo metacarpale) indica, come vedremo meglio nelle considerazioni conclusive ambienti di pascoli di pianura di colline con cricca vegetazione e un abbondante rete idrica. L'unico resto di capra appartiene ad un individuo femminile o comunque esile: probabilmente una razza non abituata ad ambienti scoscesi e accidentati.
I pochi resti di maiale sono anch'essi costituiti dai rifiuti dai pasto e appartenenti appartengono a individui giovanili: questo indica una certa abbondanza di numero di capi che permette di scegliere per il pasto l'esemplare più giovane. I resti conservati hanno denti piccoli e poco usurati il che fa supporre una dieta monotona e priva di fibre dure.
L'unico resto di Canidae e costituito da una emi-mandibola di ridotte dimensioni con molari che indicano una dieta non completamente carnivora; la mancanza di forti incisioni muscolari del resto, indica un grado di addomesticamento spinto che contribuisce notevolmente la variazione di dieta.
Il solo dato riguardante il resto di Equus caballus consiste nelle dimensioni piuttosto considerevoli della III falange rispetto ai dati acquisiti per il genere Equus durante il Pleistocene e l'Olocene.
La testuggine è presente con i resti di carapace e soprattutto del piastrone. I resti appartengono ad almeno due individui, uno di dimensione medie (L = 10-12 cm).
Purtroppo mancano i resti che permettono al sicuro distinzione fra Testudo hermanni Gmelin, 1789 e Testudo graeca Linnaeus, 1789 (la placca sopra caudale per esempio). Tuttavia i caratteri delle delle suture sono tali che avvengono possibile avvicinare i resti in esame T. hermanni. La testuggine di Hermann è presente in Europa dall'inizio del Pleistocene medio. In Italia è molto diffuso durante tutto il Pleistocene medio e superiore ( Kotsakis, 1981). In generale vive in zone piuttosto secche, tuttavia è stata segnalata anche in prateria e sottoboschi piuttosto umidi.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
La fauna in località Nora (Pianella, Pescara) di per sé non è indicatrice di particolari palio ambienti o paleoclimi: tuttavia qualche dato relativo ad animali di minore adattabilità ambientale, può essere fornito, anche se questo dato risulta in definitiva relativamente falsato dall'addomesticamento.
L'abbondanza dei resti di pecora rispetto a quelli di capra, la presenza di Bos e dello stesso cavallo confermano un ambiente di prateria collinare con presenza di frequenti falde acquifere (scrofa e seppure limitatamente, Testudo c.f.r. hermanni).
Il grado di addomesticamento della fauna permette qualche vago accenno biostratigrafico, se pure la stessa considerazione può essere fatta osservando la posizione dei resti ossei sulla parte basale del terreno agrario o, più, nella parte sommitale del sedimento argilloso che lo precede. La statura ridotta del bue, le dimensioni considerevoli del cavallo, il piccolo cane e lo stesso cinghiale, denotano una fase di selezione dei capi che non può essere definitiva certamente paleolitica: moltissimi siti italiani ed europei presentano un grado di addomesticamento simile nel mesolitico e soprattutto nel Neolitico.
BIBLIOGRAFIA
ESTRATTO DEI QUADERNI DEL MUSEO DI SPELEOLOGIA “V. RIVERA” VIII (15/16) pp. 3 - 13, L’Aquila 1982, CATALOGO FESTA DELLA CAMPAGNA, Rassegna di Arte e Cultura Popolare Abruzzese luglio 2002, Tip. Centrograf Cepagatti (Pe).