IL PALAZZO E LA FAMIGLIA "TODESCO"

23 Febbraio 2023

VITTORIO MORELLI.

I Todesco, famiglia originaria di Catania, di cui un Giovanni Todesco si stabilì in Pianella alla fine del XVI secolo con ricchi possedimenti e rendite, assunsero anche il titolo di barone ed acquistarono gran parte dei palazzi che danno sull'attuale Via S. Francesco d'Assisi e di Viale Regina Margherita, ex Palazzo della Posta di Margarita d'Austria.
Un ramo si stabilì in provincia di Caserta ad Alife, un altro ramo in Abruzzo in provincia di Chieti (Miglianico) e di Teramo (Pianella).
La famiglia annovera ecclesiastici, funzionari amministrativi, camerlenghi, sindaci e militari di rilievo durante la dominazione borbonica e francese in Pianella e nella Provincia di Teramo.
Le origini del palazzo, in questione, risalgono al XVI secolo e consta di una parte inferiore seminterrata, ora sede della Cappella, di un vano terraneo e di un corpo aggiunto, dove avevano sede l'ex frantoio, le cantine, le stalle e i granai, ora adibiti a garages e a sale di riunioni e copisteria.
Tutto il palazzo ha subito un rifacimento o ristrutturazione, inglobando parte del Castelletto che guardava a sud, nel XVII-XVIII secolo: il primo piano o piano rialzato è riservato all’ufficio del Parroco, al refettorio, cucina, camere e servizi, mentre una parte del II piano che dà sulla chiesa di S. Leonardo è stato sopraelevato, probabilmente, nel XVIII secolo, è destinato ad attività parrocchiali.
Il palazzo consta di n. 14 vani complessivi e accessori, adibiti a saloni di riunione per le attività parrocchiali, catechesi, incontri con le famiglie, riunioni di associazioni parrocchiali e incontri degli operatori. Nell’orto giardino vengono coltivate le erbe a coltura invernale, primaverile ed inizio estate e alcune piante piante officinali.
Nel primo piano si notano tuttora i soffitti a cassettoni in legno, le porte e gli infissi originali e gli "stipi" a muro.
Sempre nel primo piano si trovano l'ufficio del parroco, il refettorio, la cucina, i servizi e le camere dei confratelli.
Nel secondo piano si svolgevano e si svolgono le attività di catechismo per i bambini delle prime comunioni e delle cresime.
La facciata è caratterizzata da un portone d'ingresso che dà su Via S. Francesco d'Assisi, chiamata anticamente Strada della Todesca, ed è contornato da un portale in pietra composto da bugni; le finestre sono contornate da architravi e stipiti in pietra del XVII-XVIII secolo.
L'altro portone, quello principale con un piccolo atrio, è semplice nella struttura e dà sulla piazzetta della ex chiesa di S. Leonardo.
Il resto presenta un aspetto sobrio e funzionale con corridoi, ripostigli e volte a botte, a crociera e a vela.
Il palazzo è stato acquistato dai Padri Carmelitani nel 1950 dagli eredi della famiglia Todesco.

Dalla Monografia Memorie Istoriche della Città di Pianella raccolte dal suo Concittadino Alterisio Lizza, ms, 1824-1842, si trascrive:

Il Nobil Uomo Giacomo di Catania dichiarato familiare ed assiduo commensale del Re Filippo di Spagna con diploma del 1573 registrato nel Reale Archivio della Zecca di allora in Napoli e coll'altro del 1594 esente per la sua discendenza dalla giurisdizione Baronale, o ovunque gli fosse piaciuto di trattenersi, e dimorare, e capitato in Pianella ove si era portato con gelose, e rilevanti commissioni la sua famiglia essendosi il di lui figlio Giovanni sposò Agnese di Martino con doviziosa dote, e di cospicuo ed antico parentato.
Fondò il beneficio di S. Antonio Abbate nella Collegiale Chiesa sotto lo stesso titolo con Altare e sepolcro gentilizio, e diritto di patronato con dotazione.
Trapassata la di Martino in età giovanile, il Giovanni passò in seconde nozze con Olimpia Scorpione di Penne, procreando dal primo, e secondo matrimonio figli, per cui la famiglia si divise in due rami, formando il dottor Orazio, ed il secondo Giavannantonio Todesco.
Di questa famiglia trapiantata in Pianella se ne fa menzione nella vita dell'Abate Panormita, uomo conosciuto nella repubblica delle lettere.

    Primo ramo del Barone di Rocca Firmano (contrada di Miglianico?)

Il Sig. D. Orazio Todesco e suoi successori emuli dell'onore trasfuso loro dai genitori ànno sostenuto lo stesso lustro, e decoro nelle discendenze, contraendo parentati colle patrizie, e feudatarie famiglie Torricelli e di Ichino di Ortona, di Forcella de Baroni di Silvi di Penne, di del Giudice dei Marchesi del Casale in contrata di Chieti, di Leognani Ferramosca dei Baroni di Civitaquana, e de Felici del ramo di Poggio ragone (in persona della persona D. Eleonora Todesco, una delle figlie) dell'illustre, e nobile Signora di D. Nicola de Felici Barone di Poggio Ragone. Pubblico Erario in Capo di tutte le terre Farnesiane nei Abruzzi n. 6 ossia notate bene Le due cospicue e nobilissime famiglie Petrozzi, Vicentini, le di cui distinte figlie entrarono nella famiglia de Felici Bñe del Poggioragone da vari secoli addietro àno avuti dei Cavalieri Gerosolimitani di giustizia e fra questi vari Balì (di) Gran Croce, siccome sono stati gli ultimi Balì Fra Nicola Petrozzi (di) Gran Croce, e Generale della Galera di Malta, rappresentato ora dal Barone D. Concezio Todesco.

    Secondo ramo del Bãne di Montupoli, e Miglianico.

Giacinto Antonio, e sua discendenza battendo le armi medesime ha contratto cospicui (sic) parentele colla famiglia Valignani di Chieti, di Todesco del 1° ramo, di Micheletti, dei Conti Carli, e Gentileschi di Aquila.
Il detto ramo si é estinto recentemente, e in successione è passato al Bne D. Pasquale Scorpione di Penne.
Incontriamo i Todesco camerlenghi e sindaci:
Carlo nell'anno 1604 viene eletto camerlengo; nel 1605 dimorava a Venezia; Orazio negli anni 1608 e 1620; Andrea nel 1619; Giovanni nel 1623 e 1626, Tommaso, Alessandro, Giacinto figurano come testi in un rogito nel 1623; Gaetano viene eletto camerlengo nel 1689-1690; Pasquale nel 1776; Concezio nel 1805- 1806; Ferdinando è registrato camerlengo nel 1815, 1834, 1840-42*.

V. Morelli, Pianella da Comune feudale a Comune dell’età moderna, in menabò, 2023.

Abati, Priori e Baccellieri:

Scipione Todesco, già canonico di S. Leonardo, è registrato abate dal 1582 al 1587; in pratica il parroco o canonico di S. Leonardo svolgeva, all’occasione, le funzioni vicarie di abate.
Don Paolo Todesco, vicario dell’abate Domenico Orsi, canonico dell’insigne Collegiata, si trova implicato nella vicenda e controversia dell’abbazia nullius di Pianella, vicenda che durava quasi da oltre due anni.
Don Paolo si è ritrovato implicato nello scontro armato dei sostenitori del Vescovo di Penne, che volevano ridurre l’abate e i Pianellesi all’obbedienza del vescovo.
Il periodo storico è quello della caccia alle streghe (processi alle eretiche nel Vescovado di Penne), delle conseguenze dell’Inquisizione, delle lotte tra le diverse confessioni, un periodo debordante della Chiesa; addirittura in Lombardia avviene il Sacro Macello tra le fazioni cattoliche e quelle protestanti di cui scrive lo storico Cesare Cantù*.

Paolo, abate a scavalco nel 1603, è rimasto ammazzato tra il 1619 e il 1629, in circostanze poco chiare, trovandosi probabilmente parte attiva della folla che voleva ricacciare indietro la piccola armata del vescovo di Penne, il quale voleva ridurre l’abate a semplice canonico e non riconoscere le prerogative dell’abate della diocesi nullius.
L’Orsi, originario di Parma, viene addirittura fatto arrestare e imprigionato dal vescovo di Penne, sempre per la questione dell’abbazia nullius, in cui furono coinvolti il Duca di Parma, il Papa, l’Università di Pianella, l’abate e la popolazione.
Il vescovo di Penne, essendo abate proprio il Giandomenico, volle far visita a Pianella nel 1626, ma fu respinto con le armi […]*.

*In V. Morelli, Historiae de Planella, Penne, 1979, pp.56-57.

Il Castagna racconta che nel 1628 sul principio dell’ufficio, che costui esercitò, il Vescovo di Penne volle andare in visita a Pianella; ma fu respinto con le armi, giacché l’Abate, e così i Cittadini, che sostennero avere da più secoli goduto il diritto della mitra e del pastorale, e giurisdizione tanto per il civile quanto pel criminale; così che venivano considerati come Vescovi nella propria Diocesi.
Ma nel 1679 fece condurre (in) prigione l’Orsi […].
La data sembra alquanto lontana dal 1626-1628-1629.

In V. Bindi, Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi, Studi di Vincenzo Bindi, Napoli, 1889, p.529.

Gaetano Maria Todesco risulta sacerdote 1856; a seguito della soppressione del convento dei Domenicani, Antonino Maria Todesco risulta curatore degli Affari Ecclesiastici per il soppresso Convento di S. Domenico.

  • Vittorio Morelli, Pianella da Comune Feudale a Comune dell’Età Moderna, copia in menabò, 2023. Giacomo Todesco di Alife, dimorante a Pianella, viene registrato con alcuni atti notarili del 1500, regestati da Corrado Marciani:
    Francesco Pomento di Atri, procuratore del Duca di Atri Giovanni Girolamo Acquaviva, affitta per sei mesi e per d.ti 1000 a Giacomo Todesco e a Francesco Feliciano i frutti, ghiande e altri alberi, pascoli e fide del bosco di Cantalupo*.

In Corrado Marciani, Fondi del Notariato di area frentana (secc. XVI-XIX), L’Aquila, 1987, p. 297.

Giovanni Todesco, camerario, risulta nell’elenco delle persone delegate alla stesura ed approvazione del Catasto del 1639.
Nel 1719 Mattia Todeschi risulta abitante in Napoli; Antonio e Alessandro, fratelli, sono figli del quondam Giacinto Antonio; gli omonimi Ferdinando e Alessandro sono registrati nel 1732.
Giacinto Antonio Todesco figura, insieme ad altri nella delegazione che si era recata a Parma, rappresentando le proprie ragioni contro Orazio Pencolini, rappresentante del duca di Parma, il quale vantava delle pretese*.

  • Eliseo Marrone, Il Granaio d’Abruzzo, pp. 66-67. I Todesco hanno ricoperto incarichi come funzionari in Teramo (il cavalier Pietro a Teramo nel 1798, direttore della IV Sezione della Divisione dei Demani, denunciato come collaboratore dei Francesi, viene poi indultato ); Emidio risulta capitano della Legione Provinciale in Teramo.
    Il 15 marzo 1703 moriva Suor Antonia Rosa Todeschi di Pianella, monaca di S. Domenico, del terz'ordine, abitante nella masseria, dove si dice di Crocetta seu Collalto, d'anni cinquanta in circa e sepolta nella chiesa di S. Maria Lauretana in Castellana*.
  • Liber Mortuorum, XVIII-XIX secolo, Parrocchia di S. Maria Lauretana di Castellana. Nel 1697 D. Olimpia Scorpioni (di Penne) faceva parte dello stato di famiglia dei Tedeschi (sic) (Todesco).
    Il barone D. Ferdinando Todesco, di anni quarantotto, nel 1745 risultava coniugato con D. Francesca Forcella; abitava in una casa palaziata nel rione di S. Leonardo; possedeva un'altra casa e delle stanze nello stesso rione, terreni in c/da Vicinazzo, Conoscopane, Morrocino, S. Martino, due buoi aratori dati ad estaglio, una giumenta e sette somari, sette vacche da corpo, centodiciannove pecore date a censo, nove scrofe, trentanove capre*. D. Ferdinando muore a circa 70 anni il 28 ottobre 1774.

*Il Catasto Onciario di Pianella, 1745-1746.

D. Francesco figlio di Don Pasquale Todesco muore all'età di 14 anni il 2 ottobre 1764.
Domenico Todesco nel 1744 risulta affittuario della Badessa insieme al Taddei (sic!) “costretti a cedere i terreni di Badessa agli Albanesi secondo la volontà del re Carlo III*
  • in Federico Roggero, La colonizzazione di Bozza e Badessa [..]. Pietro Todesco, ripartitore del Demanio, in Teramo è indultato.
    Appartenente all’Amministrazione Centrale in Teramo fece pubblicare con altri membri diversi proclami, tutti indegni ed empj. Intervenne al Pranzo Patriottico ed applaudì a tutte le iniquità, ed infedeltà praticate i Sovrani. Obbligò tutti gli impiegati a prestare il giuramento di attaccamento alla Repubblica, e di odio alla Monarchia. Fu carcerato poi proposto a S. M. per indultabile, quindi abilitato con il Mandato Domi e finalmente fu liberato con l’indulto generale*.
  • In V. Morelli, Historiae de Planella, p. 39, Penne, 1979.
  • in G. de Caesaris, I Rei di Stato della Provincia di Teramo del 1799, Casalbordino, 1934.
  • Raffaele D’Ortenzio, Elogio di Pietro Todesco, Chieti, 1837. Emidio Todesco, fu municipalista nella sua patria per disposizione del Comandante Goutard. La sua condotta fu plausibile, e non esagerata. Ebbe il grado di Capitano della Guardia Civica, che non fu mai né armata né attivata. E’ stato indultato*.

*In V. Vittorio Morelli, La dominazione francese nelle vallate del Tavo e del Pescara I Francesi a Pianella (1798- 1815) Contributo allo studio dell’ultimo settecento ed inizio dell’Ottocento in Abruzzo, Edizione del Melarancio, copia in menabò, Chieti, 2020, p. 45.

Concezio Todesco (Catasto .Murattiano) possedeva terreni in c/da Morrocino, Nora, Casanova, Conoscopane, Vicinazzo, Fontegallo, Pusciana, una casa di ventitré membri con giardino nella Strada Tedesca, più due vani nella medesima strada, una casa a creta nel borgo S. Ippolito. I Todesco possedevano una masseria verso Castellana-Cerratina.
Gaetano Maria Todesco, sacerdote, figlio del quondam Concezio e della quondam Eleonora baronessa de Felici, muore all'età di ottantacinque anni il 20 ottobre 1884.
Nel 1897 vengono registrati in una causa civile nella Conciliazione di Pianella Ferdinando Todesco, padre, e Concezio Todesco, figlio*.

*V. Morelli, Storia di Pianella, copia in menabò, a. 2023.

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