VITTORIO MORELLI.
Il culto di S. Emidio Vescovo è diffuso un po' ovunque e soprattutto nelle aree interessate dal fenomeno sismico; comunque la presenza del culto è tuttora presente nell’area vestina. Il culto di S. Emidio a Pianella e a Moscufo ci conferma che, nel passato, i fenomeni sismici hanno interessato queste zone, provocando crolli, lesioni, danni agli edifici. Mentre per il culto di S. Reparata in Atri, la protezione della Santa riguarda la vittoria sul male e sui nemici della Chiesa.
A Pianella c’è un detto, invocando S. Emidio:
Pianella trema ma non crolla.
La presenza di S. Emidio nella coscienza popolare è sempre attuale, soprattutto quelle volte in cui si verificano terremoti. La gente si crocia la fronte ed esclama: S. Emidio! anche quando si verificano tuoni, fulmini!
Per i terremoti, botti, tuoni e fulmini, il popolo esclama: Santa Barbara!
Nella seconda pala d’altare destra della Chiesa Collegiata, dedicata a S. Emidio, è raffigurato il Santo, che, tra Angeli, con la mano destra protegge la Città di Pianella, dipinta in uno scorcio, che presenta la Porta principale, le mura della Città, il campanile della Chiesa di S. Antonio Abate.
Il lunedì di Pasqua era usanza a Pianella far uscire in processione tutti i santi, che erano tenuti nelle case palaziate; usciva pure la statua di S. Emidio in conocchia della famiglia Verrotti, la quale teneva un altro altare privilegiato intitolato a S. Pietro Martire nella chiesa di S. Domenico; il secondo ramo dei Verrotti erano titolari di giuspatronato dell’altare di S. Emidio, secondo altare posto alla destra dell’ingresso principale della chiesa?.
S. Emidio, martire sotto il periodo di Diocleziano (IV sec. d. C.), nato pare a Treviri, vescovo di Roma sotto il pontificato di Marcello I, martirizzato ad Ascoli Piceno, è festeggiato di norma il 5 agosto.
La conocchia è una statua i cui arti sono mobili, compresa la testa, e che veniva vestita proprio in occasione delle feste e delle processioni; era una specie di manichino nella sua parte superiore.
Alla fine della processione, il santo veniva svestito e riposto in una nicchia o in una cassa.
La tradizione vuole che tutta la teoria dei Santi fosse collocata sul muraglione del paese, nei pressi della Voltata della Puca; la statua di S. Biasucce una volta rimase incustodita, perché i portatori scapparono via all’arrivo della pioggia.
E vuta a scappà, Povere Bbiasucce!
Esiste tuttora, ed in buone condizioni, una statua policroma di S. Emidio nella Chiesa di S. Rocco di Moscufo.
Un’altra considerazione merita S. Reparata, morta in Cesarea di Palestina nel 250 d. C. circa; questa Santa, sotto l’imperatore Decio, venne decapitata all’età di 12 anni per essersi rifiutata di sacrificare agli idoli pagani; viene festeggiata soprattutto in Francia, in Italia, ed in particolare in Toscana e ad Atri l’8 ottobre e fa parte della schiera delle Sante martirizzate: S. Ciriaca, S. Irene, etc.
Ad Atri, Pianella e nell’area vestina c’è il detto o proverbio:
A Santa Reparata
tutti fichi sulla grata.
A Santa Reparata
l’oliva è oliata.
Emidio è presente nella onomastica pianellese: Aemigdius de Berardinis, sacerdote, ucciso dai briganti con un colpo di schioppo all’inizio dell’’800, Emidio Verrotti, famoso giureconsulto e procuratore di diverse Corti d’ Appello di fine ‘800 ed inizio del ‘900, padre Emidio di Berardino, carmelitano e già parroco di Pianella, Emidio di Pentima, Emidio Patané, Emidio Ricciotti.
Ad Atri, il nome Reparata è quasi scomparso dalla onomastica locale.
Dopo gli anni cinquanta, i nomi di Emidio non sono stati imposti più ai neonati pianellesi e gli appellativi Middejucce e Middijone sono passati in disuso.
FOTO: AMA PIANELLA ( Riccardo Pietrolungo)