VITTORIO MORELLI.
Osservando la prospettiva del palazzo attuale, ex sede del Comune, si nota che il Portale d’ingresso si trova decentrato alla destra della facciata e non al centro del Palazzo.
Dal ritrovamento di un mattone (ab initio o in termino) si nota la scritta Vincentio, 1515, data della costruzione del secondo palazzo a fianco.
Ricostruendo la simmetria del Palazzo, Federico de Caro fece costruire l’attuale Palazzo a sinistra e a fianco di quello preesistente, raggiungendo Porta S. Maria.
Si vuole che nella genealogia dei de Caro, prima di Federico, ci fosse un VINCENTIO, riportato nel mattone (?), dove alla sinistra c’è a rilievo il logo di un compasso che guarda all’insù; non si tratta di un simbolo massonico, ma della leggenda parlante di arti e mestieri e a destra il nome del fondatore.
Ciò potrebbe spiegare la simbologia dello stemma, compasso rivolto all’ insù, posto molto più tardi sull’arcata del secondo portale di destra rispetto al Palazzo de Caro, palazzo (II) passato in parte, successivamente, ai Sabucchi, ai Cipriani, ai Todesco.
Se Vincentio è un de Caro, venuto a Pianella nel 1500, allora si chiarisce la storia dei quarti dei Palazzi Anelli, Filippone-Appignani.
Se così fosse, nei rami de Caro di Pianella, Rocca Gloriosa, Napoli e Chieti, oltre a mercanti, funzionari della corte di Napoli e armentari (vedansi i piedritti del portale), c’erano maestri d’arte, i misuratori, i cosiddetti progettisti di cantiere e realizzatori dell’opera.
Per la simmetria della facciata, basta osservare la mappa prospettica del 1666, riportata da E. Marrone, in Granaio d’Abruzzo, Pescara, 2012, e le finestre del Palazzo de Caro e quelle dell’attuale Palazzo Anelli.
I continui rifacimenti, ampliamenti, utilizzo di parti murarie degli edifici, le sopraelevazioni, i susseguenti frazionamenti, per ora, non ci consentono l’identificazione precisa della parte “nascosta”. La disposizione dei mattoni di diversa taglia e la stratificazione di essi indicano diversi periodi di costruzione, che dal XVI secolo vanno fino al XIX-XX secolo.
Il portale nella mappa è al centro della facciata: un minimo di simmetria delle finestre si riscontra nel Palazzo Anelli con le mensole parapioggia sovrastanti gli architravi, palazzo costruito più tardi e confinante con l’attuale palazzo Filippone-Appignani; l’atrio era in comunione con i Todesco, i Sabucchi, i de Caro, ed è stato in parte occupato dal Palazzo Anelli.
La mancanza di alcuni documenti ci impedisce di fare la ricostruzione esatta dell’intero isolato.
Al Palazzo era legato l’edificio della Badia di S. Spirito, di patronato de Caro; la badia si trovava in parte nella ex sede sindacale, che arrivava a ridosso della parete esterna sinistra della Chiesa di S. Antonio, e occupava anche il corridoio che dà attualmente sull’atrio del Palazzo de Caro.
Si ringraziano per la collaborazione: Alfiero Filippone, Diego Troiano e l’ingegnere Eugenio de Caro.