REMO DI LEONARDO.
Continua il nostro viaggio nel tempo fra arti e mestieri di Pianella alla scoperta della lavorazione del legno, in quel settore molto particolare, ai confini fra l'artigianato ed arte, che era il falegname e il carradore.
CENNI STORICI.
Il falegname (lu falegname) è un mestiere nobile e antichissimo, le sue origini si fanno risalire alla notte dei tempi. Sembra infatti che quella del falegname sia una delle professioni più antiche dell’uomo, proprio perché il legno è un materiale che abbiamo sempre avuto a disposizione e ben presto abbiamo imparato ad usarlo e conoscere. Lavorare il legno per i nostri antenati significava sopravvivere: dal legno sono state costruite armi, ripari sicuri, e poi ruote e ponti.
Oggi il falegname è l’artigiano che lavora il legno per fabbricare o riparare mobili, infissi, e ogni tipo di struttura in legno. Anche se l’industria ha preso il sopravvento su questo tipo di attività , le tecniche tradizionali vengono impiegate in ambiti di nicchia specifici come l’ebanisteria, l’intarsio artistico e la produzione di mobili su misura.
Una volta non c'era paese, sia pure lontano isolato, che non avesse il suo bravo artigiano produttore di utensileria casalinga come cucchiaini forchettoni mestoli setacci. Oppure oggetti di arredo costruito pezzo per pezzo con le proprie mani e l'ausilio di pochi attrezzi semplici e rudimentali come cassapanche, scranni, letti, sedi e, cassettoni, tavoli, armadi, madie, bauli, eccetera punto ma dalle botteghe dei nostri artigiani sono usciti anche veri e propri artisti come Vincenzo De Tullio, che scolpiva il legno dando forma statue tra parentesi alcune bellissime sono arrivate fino a noi come l'urna di Santa Ciriaca e il modellista e intarsiatore Auden Di Lorito che nelle varie mostre nazionali ha ricevuto attestati di merito ed elogi dalla critica per le sue opere.
Il carradore (lu favocchie) era il fabbricante di carro agricolo, cominciava a svolgere questo difficile lavoro dopo lungo tirocinio come falegname.
I carri agricoli, che ormai fanno parte del patrimonio folkloristico dell'antica cultura contadina, erano costruiti con l'Impiego di diversi tipi di legno: Quercia, caccia, Olmo punto l'impiego Maggiore era richiesto per costruire la ruota, fatta di sottili tasselli appena ricurvi punti gli veniva applicato intorno il cerchione di ferro il cui diametro era di circa 3 cm inferiore a quello della ruota. il cerchio di ferro veniva arroventato per essere poi dilatato sicché sì che pollo attorno alla ruota risultava infine agevole. quindi veniva lentamente raffreddato per farlo tornare alle sue dimensioni originali. in questo modo il ferro si servava intorno al legno della ruota ed era difficile che se ne distaccasse, nonostante i carichi pesanti e le strade accidentate.
I NOMI DEI FALEGNAMI INTARSIATORI E CARRADORI DI PIANELLA DAL 1773 AI NOSTRI GIORNI.
Damiani Silvestro (1773); Recchia Pietro (1784); Antonucci Antonio (1790); Melchiorre Sabatino (1791); D’Urbano Domenico (1798); Angelozzi Nicola (1803); Palmarini Vincenzo 1803; Bevilacqua Francesco 1805; Ferrara Angelantonio 1807; Di Pentima Vincenzo 1834; Fratini Sabatino 1836; Acciarini Achille Clemente 1838; Bevilacqua Costantino 1838; Di Pentima Pantaleone 1862; Pietranico Domenico 1867; De Tullio Vincenzo 1875, scultore ligneo; Di Giandomenico Francesco 1880, carradore; Savini Rolando carradore; Palmarini Giovanni 1894; Di Pentima Oronzo 1897; Porcellini Antonio 1901; Durante Gesualdo 1902; Romano Giuseppe 1902; Chichiriccò Ernesto 1904, poeta artigiano; Fratini Umberto 1904, tinaio; Di Pentima Oscar 1904; D'Urbano Vittorio (1909); Pavese Roberto 1911; Pietranico Ermando 1913; Pietranico Dante 1915; Chichiriccò Vincenzo 1913; Di Pentima Pantaleone 1918; Filippone Guido 1920; Provinciali Antonio 1923; Di Lorito Auden 1927, intarsiatore; Bufarale Vincenzo musicante, Aielli Raffaele 1940; Filippone Guido 1920; Provinciali Antonio 1923, Cavalletti Antonio 1934; D’Intino Carmine 1939; di Leonardo Carlo 1942; Ferrone Dino 1940 e figli ; Provinciali Romeo; Provinciali Dino; Provinciali Rinaldo.
ARNESI DA LAVORO.
lu banghe = banco da lavoro; la pialle = la pialla; la seghe a stocche = saracco; lu bbastone = pialletto per arrotondare; lu ferre da ‘ngastre= pialletto per incanalature; lu pundarole = punteruolo; lu cumbasse = compasso; la sega da ggere = sega a telaio con lama da giro; lu seccacce = sega a telaio con lama per taglio grezzo; lu pianozze = pialletto; lu furotte = gattuccio; la mullotte = sega a telaio per taglio netto; la scennele = succhiello; lu raffiotte = graffietto; la sgorbie = la sgorbia; lu scarapelle scalpello; lu sgrussene = pialletto per sgrossare; lu pianozze a ddente = pialletto a dente; la cote de sorge = lima rotonda; lu martelle da ‘mbelliccià = martello per impellicciare; lu segotte da ‘mbelliccià = seghetto per impellicciare; l’ascie = ascia; la raspe = la raspa; lu martelle da falegname = il martello da falegname; la tenaje = la tenaglia; lu squadre = squadra; lu squadre faze = squadra regolabile; la mussotte = mossetto; lu vierdene = trivella.
*La ricerca continua nel prossimo capitolo con fabbri ferrai, stagnini e maniscalchi.
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Foto: Internet.
Foto : Rosone della Chiesa di S. Maria Maggiore - Auden Di Lorito - Tip. SIGRAF - S. Suilvestro - Pescara , maggio 1999.
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